
Il Tribunale per il Riesame dell’Aquila ha fissato l’udienza per i due minori di 14 e 17 anni, accusati di violenza sessuale aggravata in concorso nei confronti di una dodicenne e produzione di materiale pedopornografico. I giudici cautelari di secondo grado si esprimeranno il prossimo sei novembre quando dovranno decidere se confermare per entrambi i minori la custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila o sostituire la misura con una meno afflittiva. Entrambi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avevano respinto le accuse. Il 14enne, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, aveva riferito di essere stato fidanzato con la dodicenne e di aver avuto dei rapporti sessuali ma mai con l’uso della violenza. Mentre il 17enne, assistito dall’avvocata Raffaella D’Amario, ha negato di aver ripreso gli atti sessuali tra il 18enne e la ragazzina, così come sostenuto dall’accusa. Il gip Roberto Ferrari aveva parlato di “attitudine mentale al linciaggio”, lasciando i due minori dietro le sbarre del carcere di Casal Del Marmo a Roma. Intanto, dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale distrettuale dell’Aquila che ha vagliato la posizione del maggiorenne, anche lui rinchiuso in carcere, emerge il profilo psicologico della vittima degli abusi. Nella relazione degli esperti viene fuori che “dall’osservazione complessiva del comportamento e delle modalità narrative della minore, è rilevabile la presenza di una immaturità sul piano cognitivo ed emotivo-affettivo. Tale immaturità, in linea con l’età e con lo sviluppo evolutivo, ha comportato una ridotta capacità di valutare criticamente la natura delle proposte ricevute, rendendola più vulnerabile e incline ad accettare comportamenti inadeguati alla sua età”. “Infine”- sottolineano ancora gli psicologici- “dalle dichiarazioni della minore emerge come le condotte in questione non siano state percepite come frutto di libera scelta, ma come conseguenza di una situazione di pressione e minaccia (riguardante la possibile diffusione di un video). Tale condizione ha inciso in maniera significativa sulla possibilità della minore di opporsi o rifiutare le richieste, accentuando uno stato di vulnerabilità legato sia all’età che al contesto intimidatorio descritto. La ragazza, però, al di là delle lesioni fisiche, che peraltro lei non riferisce, narra di aver paura, di vivere con il continuo pensiero di fondo che possa ricevere la richiesta a cui lei non riesce a sottrarsi pur volendolo. In epoca adolescenziale tale livello di stress può determinare una distorsione della crescita psico-relazionale della ragazza con grave nocumento per il futuro”. La dodicenne, dopo aver scoperto che uno dei filmati incriminati era stato postato sulla chat whatsapp degli amici, aveva chiamato il 114, il numero di emergenza riservato alle vittime degli abusi, riferendo di essere stata abusata e filmata dai tre.









