
“Ogni giorno dovevo andare da loro a farmi stuprare”. Sono le parole con cui la dodicenne di Sulmona abusata sessualmente e ricattata da tre ragazzi poco più grandi di lei, ieri finiti tutti e tre dietro le sbarre, con l’accusa di violenza sessuale aggravata e pedopornografia, conclude la sua deposizione ai carabinieri di Sulmona. All’uscita di un tunnel durato mesi e mesi.La ragazzina, è emerso dall’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell’Aquila, Roberto Ferrari, è stata abusata per ben due volte da aprire a luglio 2025: due volte dal 14enne che aveva ricevuto alcune foto da parte della vittima e aveva filmato l’incontro sessuale e sei volte dal 18enne che, in alcune circostanze, aveva chiesto al 17enne di fare da “registra” per immortalare gli abusi. Una storia che rimane orribile per i suoi contorni. LA VERITÀ NEI DISPOSITIVI. “Ora mi sento meglio ma non riesco a dormire. A volte li sogno e sogno anche quello che facevano e non mi piace”, aveva detto la ragazzina ai militari dopo aver chiamato il 114, il numero di emergenza riservato agli abusi. Dall’analisi dei telefoni cellulari dei tre indagati è emerso che le conversazioni sono andate avanti per mesi e dopo i primi incontri forzati con il 14enne, la ragazzina sarebbe stata costretta a incontrare anche il ragazzo più grande per evitare la diffusione di video e immagini. Cosa che è avvenuta a luglio quando la dodicenne, dopo aver visto il video sui telefoni della chat degli amici, ha chiesto aiuto agli esperti. In totale sono tre i video espliciti che, secondo gli inquirenti, proverebbero la violenza sessuale aggravata e la produzione di materiale pedopornografico, reato per il quale è intervenuta la Procura distrettuale antimafia che ha avocato il fascicolo d’indagine della Procura della Repubblica di Sulmona. Negli atti compaiono anche due storie di Instagram con frame di incontri sessuali, poi rimossi dalla rete. COSA ERA ACCADUTO. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i fatti risalgono al luglio 2023, quando, nei pressi dei giardini di Santa Chiara, la ragazzina sarebbe stata abusata da due coetanei, mentre un terzo filmava la scena. Il video, successivamente, sarebbe stato usato per ricattarla e intimidirla: “Se parli, facciamo vedere a tutti di cosa sei stata capace”. Il caso è emerso due anni dopo, nel luglio 2025, quando la giovane, accortasi che il filmato circolava tra i conoscenti, ha chiamato il numero 114, la linea d’emergenza contro gli abusi sui minori. Da lì sono partite le indagini dei carabinieri della compagnia di Sulmona, diretti dal maggiore Toni Di Giosia, che hanno sequestrato i dispositivi dei tre e trovato tre video espliciti e alcune storie Instagram legate ai fatti. GLI INTERROGATORI. Intanto per martedì 28 ottobre il Tribunale distrettuale ha fissato l’interrogatorio di garanzia per il 18enne, A.A., difeso dall’avvocato Alessandro Scelli che preferisce per il momento non rilasciare dichiarazioni. Il giovanissimo è accusato di violenza sessuale in concorso, atti sessuali con minorenne e atti persecutori. Nei video espliciti, sempre secondo gli inquirenti, comparirebbe proprio il 18enne che dovrà chiarire la sua posizione davanti al magistrato. Devono ancora essere fissati gli interrogatori del 14enne e 17enne, chiamati a rispondere anche loro di violenza sessuale aggravata in concorso, produzione di materiale pornografico (17enne) e persecuzioni. ALTRE INDAGINI. L’inchiesta della Procura per il Tribunale dei Minorenni e della Procura distrettuale prosegue per ricostruire la rete di condivisione del materiale pedopornografico. Almeno in quaranta avevano visto i filmati sul gruppo di whatsapp ma il rischio di finire sul registro degli indagati rimane alto per coloro che hanno inoltrando i video incriminati. Nei giorni scorsi un uomo di Sulmona si è autodenunciato, dopo aver scoperto che la figlia aveva visualizzato i video, consegnando il cellulare ai carabinieri. Una vicenda che conferma come anche le persone informate dei fatti rivestono un ruolo importante per gli inquirenti. IL NUMERO 114. l numero, multilingue, è accessibile gratuitamente sia da telefonia fissa che da mobile su tutto il territorio italiano, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, al quale chiunque può rivolgersi per segnalare situazioni di disagio o pericolo riguardanti l’infanzia e l’adolescenza. Il servizio fornisce consulenza multi-disciplinare, di natura psicologica, psicopedagogica, legale e sociologica, e offre un collegamento in rete con le istituzioni e le strutture territoriali competenti in ambito sociale, giudiziario e di pubblica sicurezza, seguendo un modello multiagency.Gli operatori appositamente formati forniscono un supporto psicologico immediato all’utente, valutando l’emergenza e, contemporaneamente, individuando le agenzie del territorio competenti in ambito sociale, sanitario e di sicurezza, con cui si concorda un intervento, nel rispetto dei bisogni e diritti dei minori. In generale, si configura come emergenza qualsiasi situazione che possa mettere a repentaglio la salute psico-fisica del minore e che richieda un intervento specialistico immediato, preso atto del fatto che in quel momento la famiglia o la comunità della quale fa parte non è in grado di proteggerlo. Il 114 sostiene anche la stipula di accordi a livello regionale con gli enti locali e con le agenzie del territorio e la firma di protocolli di intesa a livello centrale con i ministeri e le altre istituzioni.









