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SULMONA – Mafiosi e pentiti restano a stretto contatto. Una situazione che rischia di esplodere secondo Mauro Nardella della Uil Pa che torna a chiedere la chiusura della sezione dei collaboratori di giustizia, sempre più incompatibile con il carcere.

 

“Diversi sono i parametri che dovrebbero spingere gli addetti ai lavori a riconsiderare l’attuale assetto – spiega Nardella – ma stranamente questi rimangono appannaggio solo della organizzazione sindacale che rappresento. Mantenere unite realtà assai contrapposte tra loro ( mafiosi contro accusatori) sarebbe, secondo la UIL PA aquilana, un po’ come trasformare l’ambiente del carcere di Sulmona in un’autentica polveriera. Quello che accade in una casa di pena così stranamente impostata da un punto di vista circuitale è un po’ come mettere panetti di nitroglicerina in un contesto già di per sé traballante vista la grave carenza di personale che lo pervade e il tutto malgrado l’oramai prossimo arrivo di “rinforzi”.

A destare preoccupazione è anche la carenza di personale all’interno del corpo della polizia penitenziaria sulmonese, al momento con 109 unità mancati all’apertura del nuovo padiglione. “Fino a 10 anni fa circa – prosegue Nardella – solo per fare un esempio, i collaboratori di giustizia ( impropriamente chiamati pentiti) erano gestiti da decine e decine di uomini del Gruppo Operativo Mobile ( personale che attualmente sorveglia i detenuti sottoposti al regime speciale del 41bis) a fronte di pochissime unità utilizzate oggi e tutte rientranti nel quadro permanente. Quella categoria di persone cioè fatta di ultracinquantenni spesso logorati da più di trent’anni di lavoro carcerario. Era quello il tempo in cui anche aree come quella trattamentale e sanitaria erano parecchio arricchite di educatori, psicologi ed altri professionisti del campo. Operatori cioè in grado di mantenere tranquilli persone che da sole valgono 10 di detenuti rientranti in altri circuiti. Di reclusi con i quali si lavora costantemente sotto la continua minaccia di continue denunce ( lascio a voi immaginare come si possa lavorare in questo habitat professionale). Con l’apertura del nuovo padiglione e il contestuale arrivo di ulteriori loro potenziali antagonisti ( altri 200 mafiosi) la situazione non potrà che ulteriormente complicarsi. Per la UIL PA si prospetta un periodo estremamente difficile per il carcere di piazzale vittime del dovere ancora più difficile di quanto non accada già oggi.

“Eppure di soluzioni ce ne sarebbero diverse – conclude Nardella -. Tra queste vi potrebbe essere quella di prevedere, così come accade in alcuni altri penitenziari italiani, carceri dedicati esclusivamente ai collaboratori di giustizia o quanto meno istituti penitenziari che non mettano insieme accusatori ed accusati. Chiudere la sezione collaboratori di Sulmona potrebbe anche portare alla soluzione della problematica legata alla logistica dedicata alle udienze a distanza e, se proprio non si voglia investire in questa direzione, trasformarla in sezione femminile riservata alle detenute rientranti nel medesimo circuito alta sicurezza è che sappiamo caratterizza in primis l’Istituto di Sulmona. L’auspicio non è che una soluzione venga presto apportata ma che venga fatta con estrema urgenza. Non oso immaginare quello che potrebbe accadere. L’Amministazione penitenziaria è avvisata”. (Red)

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