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Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota del gruppo territoriale Sulmona-Valle Peligna del Movimento 5 Stelle sulla vicenda del mancato insediamento a Pratola Peligna della fabbrica di auto elettriche dell’Ahera:

Abbiamo osservato con attenzione gli innumerevoli “botta e risposta” tra la sindaca e i consiglieri di opposizione di Pratola Peligna che vanno avanti da circa un mese e non possiamo restare indifferenti all’enorme occasione di rilancio che questo territorio ha perso. Un treno, quello dell’insediamento di un’azienda dal grande potenziale come Ahera, che probabilmente passa una sola volta e che, se fosse arrivato in stazione, avrebbe non solo risolto l’annoso problema della carenza di lavoro dell’intero comprensorio, richiamato i tanti giovani validi emigrati fuori Regione e rilanciato l’economia ma anche dato un contributo alla svolta green proprio nel cuore della Regione Verde d’Europa con il giusto compromesso tra industria e rispetto dell’ambiente. Il “se” ovviamente è d’obbligo, perché nessuno può avere contezza di cosa ci sarebbe stato se dopo l’interesse per la Valle Peligna mostrato dal titolare dell’azienda in persona alla sindaca Di Nino, questa avesse coinvolto la sua giunta ed il suo consiglio e allo stesso tempo i tutti i sindaci del territorio. Siamo certi che mai come in questo caso l’unione avrebbe fatto la forza. L’interesse nel risolvere problematiche comuni avrebbe di certo spinto ogni amministrazione a uno sforzo sovraumano per “blindare” la Ahera e offrirgli il meglio delle condizioni possibili allo scopo di rendere davvero difficile la possibilità di scegliere altre aree, come purtroppo invece è accaduto. I problemi storici del nostro territorio possono essere risolti solo se affrontati unendo le forze e mettendo da parte personalismi, interessi personali e campanilismi altrimenti, come la storia ci insegna, questo territorio continuerà a restare indietro e a perdere. Ci spiace che la sindaca Di Nino abbia preferito giocare questa partita da sola facendo perdere però non solo lei ma tutti noi.

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