Tre mesi di reclusione per essersi sostituito al padre malato. Pesante condanna per G.D.S., 63 anni, di Goriano Sicoli difeso dall’avvocato Giovanni Gabriele, processato per il reato di sostituzione di persona. Il Giudice Francesca Pinacchio gli ha contestato la violazione dell’articolo 494 del codice penale, comminandogli la pena di tre mesi di reclusione poiché avrebbe operato con la pagina Facebook del padre convivente, sebbene lo stesso non fosse notoriamente in grado di essere presente in rete, per demenza dovuta a malattia di Alzheimer. “Sono stato denunciato per un cavillo giuridico dall’amministratore di sostegno – si è difeso il 63 enne – ma non ho comunque usato l’identità di mio padre per un atto falso di eredità o per altro vantaggio, bensì ho solo messo post per gli amici, interpretando le sue belle caratteristiche, come nei recenti tempi che stava ancora bene, anche con la speranza che potesse migliorare”. “Opporremo con il mio difensore queste motivazioni in Appello poiché ritengo ingiusta la sentenza” ha concluso l’imputato. (a.d’ a.)
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