SULMONA – Da un lato i comitati e dall’altro il nulla. Dà un colpo al cerchio e uno alla botte il Presidente della Dmc Terre d’Amore, Fabio Spinosa Pingue che torna sul progetto Snam e dice la sua. “I Comitati hanno esercitato, legittimamente, il loro ruolo –interviene Spinosa Pingue -. è loro prerogativa quella di sensibilizzare, farsi sentire, protestare facendo emergere criticità, obbrobri. Stanano eventuali nefandezze e/o dati sbagliati. Questo è il sale della democrazia. Il loro ruolo è importantissimo, ma non sufficiente. Ci voleva, e spero siamo ancora in tempo, un modello che, parallelamente e alla luce del sole, dialogasse per ottenere il miglior progetto possibile nella malaugurata ipotesi di approvazione definitiva. Peraltro, questo modello non indebolisce la sacrosanta battaglia per il no né ne inficia le ragioni e la capacità di agire”. E da qui l’affondo alla politica che secondo il Presidente della Dmc non ha giocato il suo ruolo. “Una classe di amministratori che purtroppo sì è limitata solo alle delibere contro all’unanimità salvo poi, più di uno, esprimere distinguo in privato. Ma senza indicare un progetto alternativo. Si ricorda soltanto un timido tentativo della Giunta Federico di rappresentare qualcosa di diverso, successivamente naufragato. Altri non ci hanno nemmeno provato. Non so per quale motivo , bisognerebbe chiederlo a loro. So solo che di fronte ad un progetto di questa portata ci vuole innanzitutto autorevolezza, non è sufficiente l’autorità. Poi ci vogliono studi, ricerca, documentazione, benchmarking, relazioni, progettualità, ma, soprattutto, fatica”. Insomma per Spinosa Pingue trattare con Stato e Snam diventa necessario tant’è che conclude: “non ci accontentiamo di un progetto che è semplicemente legale in quanto risponde ai parametri prescritti dalla legge. Deve essere condiviso da questa comunità. Questa è la sfida che lanciamo allo Stato e a Snam. Fare muro contro muro non giova a nessuno ma, certamente, non giova alla nostra comunità, che un giorno potrebbe ritrovarsi con quest’opera approvata suo malgrado. A quel punto, tutti noi , in quanto membri di questa collettività, saremo a rimproverarci di non aver fatto niente per migliorala, per ottimizzarla, per ridurne l’impatto. Solo da questo siamo mossi. Non si presentano progetti di questa portata con la violenza che lo Stato e Snam hanno seguito nel metodo”.
Andrea D’Aurelio
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