SULMONA – Altro che rapina e “pacco” al corriere della droga. Spicca un nesso o magari solo una “coincidenza” all’interno dell’operazione della Guardia di Finanza di Sulmona che ha portato all’arresto di quattro persone di cui tre giovani sulmonesi, l’altro giorno, in quel di Bussi sul Tirino. Il 48 enne di Ferentino, residente a Guidonia, è lo stesso che ha avuto a che fare recentemente con la giustizia per altre note vicende riguardanti i reati corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio. L’uomo, A.N., era tra i sei poliziotti arrestati esattamente tre anni fa nell’ambito dell’operazione Arcadia nonchè compagno della “talpa” della Procura di Roma, accusata di avere rivelato notizie coperte da segreto d’ufficio ad un imprenditore in odore di camorra. Non è escluso che più che rapina o “pacco”, potrebbe trattarsi di altro in via di approfondimento. Un particolare insomma non di poco conto. I quattro restano intanto agli arresti in attesa dell’udienza di convalida che si terrà, molto probabilmente, nella giornata di lunedì. L’accusa, a vario titolo, per M.B., L.P. e F.D.I., è di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, rapina, falsità materiale e intralcio alla giustizia. Stando alla ricostruzione della vicenda tutto sarebbe partito dal pedinamento di una Opel Corsa, condotta da uno dei tre giovani di Sulmona, all’interno della quale viaggiava anche M.B, destinatario di provvedimento stragiudiziale. All’altezza di Popoli, con un nastro adesivo, i tre avrebbero fermato la vettura per “camuffare” la targa, per depistare le tracce. Poi a Bussi, nei pressi dell’edificio scolastico, sarebbe dovuto avvenire lo scambio con il corriere di Guidonia. Nella busta bianca che serviva per pagare il carico di droga non c’erano contanti nè soldi veri ma solo carta straccia. Per cui il corriere sarebbe stato costretto ad accertare lo scambio scellerato. Presa la borsa con 16 kg di hashish, i tre sulmonesi sono stati fermati dalle Fiamme Gialle. La scena da film è cominciata proprio in quel momento, conclusasi con l’arresto rocambolesco poichè l’auto dei finanzieri è stata speronata. “Non scendete. Ci sono le pistole”-urlano i residenti dal balcone. In realtà si tratta di una pistola scacciacani, anch’essa recuperata assieme ai 20 grammi di hashish e al bilancino rinvenuti nel corso della perquisizione domiciliare. Si va davanti al giudice con scarsi margini di difesa per i quattro e con un’ipotesi di collegamento ben più ampia di una semplice “partita” di droga.