
Le lavoratrici e i lavoratori addetti alle manutenzioni elettriche e idrauliche e alla sorveglianza antincendio negli ospedali della provincia dell’Aquila – con il sostegno delle sigle sindacali FIM-CISL e FIOM-CGIL territoriali e dei loro rappresentanti RSU/RSA – esprimono piena solidarietà al personale precario del supporto tecnico e amministrativo della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, impegnato in una vertenza difficile e, per molti versi, incomprensibile. Questa situazione evidenzia i limiti strutturali del sistema degli appalti gestiti dalla ASL1, incapace di dare risposte efficaci ai bisogni della cittadinanza, spesso alle prese con un servizio sanitario fragile, né tantomeno ai lavoratori dei servizi esternalizzati che da anni operano con professionalità e continuità negli ospedali pubblici. Tra i servizi appaltati, quelli che garantiscono il funzionamento quotidiano di sale operatorie, impianti di dialisi, terapie intensive, ascensori, impianti antincendio, climatizzazione e molto altro, sono oggi sotto minaccia di licenziamento da parte della ditta SE.MA, coinvolta in un contenzioso con la ASL1. Una situazione paradossale in cui a pagare sono, come sempre, i lavoratori, pur estranei a ogni responsabilità. È inaccettabile che lavoratori indispensabili, che assicurano la sicurezza e l’efficienza degli ospedali, siano lasciati in balìa delle controversie legali tra azienda appaltante e appaltatrice. Come potrebbe un ospedale funzionare, e garantire cure, senza i servizi che questi addetti svolgono ogni giorno con competenza e dedizione? Come rappresentanti sindacali, rinnoviamo con forza la richiesta di aprire un tavolo Politico-Tecnico-Sindacale, per esplorare seriamente la possibilità di internalizzare i servizi oggi in appalto tramite una società in house regionale, come già avviene in altre realtà italiane. Una soluzione concreta per garantire continuità occupazionale, dignità lavorativa e servizi sanitari efficienti per tutti. È tempo che la Regione Abruzzo e la ASL1 assumano una chiara responsabilità politica e gestionale. Non si può più sacrificare la salute pubblica e il lavoro stabile in nome di logiche frammentate e precarie.