

Dieci mesi di reclusione è la pena inflitta a A.P. detenuto del carcere di massima sicurezza di Sulmona, per accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione tra soggetti reclusi. L’uomo, nel 2022, era stato sorpreso con un telefono dietro le sbarre nel corso di una retata effettuata dalla polizia penitenziaria dopo i primi rinvenimenti. Il recluso si era giustificato con i baschi blu, spiegando che il dispositivo lo utilizzava esclusivamente per mettersi in contatto con la madre. La tesi difensiva non ha retto tanto che il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, lo ha condannato al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Lo “spaccio” dei telefoni dietro le sbarre resta attuale tanto che, entro la fine del 2025, l’intera struttura penitenziaria sarà schermata, tenendo conto che da gennaio sono stati trovati una ventina di cellulari e lo scorso anno ben 110 di cui 40 nella maxi retata dello scorso dicembre