
“Dal raffronto dei dati acquisiti emerge un’anomala ed ingiustificabile differenza tra i redditi percepiti e il tenore di vita”. A metterlo nero su bianco è la Procura della Repubblica di Sulmona che ha emesso il decreto di sequestro preventivo d’urgenza per sproporzione nei confronti di una 52enne di Sulmona e del figlio 25enne, finiti nel mirino della giustizia per spaccio di sostanze stupefacenti. Ad eseguire il provvedimento firmato dal sostituto procuratore Edoardo Mariotti e dal procuratore Luciano D’Angelo sono stati i carabinieri della stazione di Roccaraso. Un sistema, quello messo in piedi da madre e figlio, che aveva consentito all’intera famiglia di trasformare la rete dello spaccio tra giovanissimi e non in una fonte di reddito quotidiana. A smascherare i rapporti sono stati i militari che, tramite intercettazioni, hanno scoperto che il provento dello spaccio veniva ricanalizzato all’interno di conti gioco attraverso i quali venivano effettuate scommesse che in alcuni casi, secondo gli atti d’indagine, erano superiori ai versamenti. Tra conti gioco, conti correnti e immobili, gli indagati avevano movimentato un giro di affari pari a circa 200 mila euro. Il maxi blitz dei carabinieri era scattato lo scorso 30 settembre quando erano stati notificati dieci avvisi di garanzia. A seguito di ciò la 52enne si era recata in banca per prelevare la somma di 9200 euro. Per questo, ritiene la Procura, che vi siano i presupposti per il decreto d’urgenza. La maggior parte delle somme sui conti gioco e conti correnti non sono state sequestrate degli inquirenti poiché impiegate nel gioco on line. Oltre il danno la beffa per gli “spacciatori di mestiere”, come vengono definiti dall’accusa. L’inchiesta era partita dal pedinamento di un 32enne, già noto alle forze dell’ordine, che accompagnava i clienti a casa della 52enne, in una frazione di Pettorano sul Gizio. Dal capo d’imputazione si evince che la donna e il figlio, solo tra febbraio e marzo, avrebbero ceduto hashish e coca a 23 persone. Avrebbero inoltre acquistato da Celano, tramite un corriere 46enne di Bugnara che era finito agli arresti, cento grammi di cocaina di cui 70 sarebbero finiti nelle mani della 52enne e 30 in quelle del figlio. Altri trecento grammi di cocaina li avevano acquistati da un giovanissimo, legato probabilmente all’atto intimidatorio di via Del Cavallaro e un 20enne di Pratola che era stato fermato e arrestato con la droga sul monopattino, a Pratola Peligna, dalla guardia di finanza. Il monitoraggio degli inquirenti ha consentito di accettare che la cessione dell’ stupefacente avveniva a casa della donna. “È risultato un essere una gestione illecita, essendo emersa in più occasioni, con diversi ruoli affidati a ognuno, una fluidità di condivisione degli interessi, con supporti di vario tipo nella risoluzione delle varie problematiche quotidiani quali l’approvvigionamento, lo spostamento, la custodia e l’occultamento dello stupefacente”- rileva la Procura. L’aggravante è quella di aver coinvolto anche un minore, figlio della 52enne, che secondo l’accusa agiva anche per conto della madre. Vincite, auto e vacanze che avevano attirato l’attenzione degli inquirenti che ora tirano la linea. Non si escludono ulteriori sviluppi per gli indagati e quanti nel tempo hanno collaborato con essi.









