
SULMONA. Passo in avanti per schermare il carcere di Sulmona dove, solo lo scorso anno, sono stati sequestrati 110 telefoni cellulari dietro le sbarre. Gli agenti di polizia penitenziaria sono stati infatti dotati di uno jammer (ovvero un disturbatore di frequenze) potente in grado di interrompere qualsiasi segnale di comunicazione etere su tutto il perimetro della casa di reclusione. Lo strumento, in particolare, permette di bloccare la gestione dei droni che sorvolano la struttura carceraria. Il sospetto infatti è che lo “spaccio” dei telefoni cellulari in carcere sia avvenuto finora tramite i droni, se si pensa che lo scorso 24 aprile i carabinieri della compagnia di Sulmona avevano colto sul fatto due napoletani di 25 e 60 anni. Il carcere di Sulmona, in realtà, è stato già oggetto di prima sperimentazione che risale al 2022, dopo i primi rinvenimenti. Sul tetto del carcere era stata infatti posizionata la strumentazione per deviare i droni. Il sequestro più importante, che non ha precedenti in Abruzzo, risale allo scorso 18 dicembre con 40 telefoni trovati nel corso della retata. A fine ottobre ne erano stati scoperti altri dieci, nelle mani di altrettanti detenuti. La scorsa estate altri due dispositivi erano stati scovati nelle docce della struttura penitenziaria mentre a febbraio scorso, in un sacco trovato nel campo sportivo, erano stati sequestrati otto telefoni cellulari e duecento grammi di hashisc. Anche il 2025 si è aperto con nuovi sequestri. La scorsa settimana erano stati scoperti quattro cellulari. Un detenuto era stato colto sul fatto mentre tentava di telefonare dalla propria cella.