
SULMONA. Quattro anni, dieci mesi di reclusione e 6 mila euro di multa per il padre, A.F. di 47 anni. Tre anni, dieci mesi e 6 mila euro di multa per il figlio, A.F. di 21anni, ritenuti responsabili degli spari contro i portoni delle abitazioni di Pratola Peligna e Raiano. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, che ha pronunciato la sentenza per entrambi, processati con rito abbreviato, e difesi dagli avvocati, Angelo Pace e Mario Iacovone. Il giudice inoltre, seppur non cessate, ha ritenuto attenuate le esigenze cautelari. Per questo, dopo diversi mesi, ha sostituito gli arresti domiciliari con l’obbligo di firma. Liberi entrambi ma condannati. Padre e figlo sono considerati dagli investigatori i presunti autori degli atti intimidatori posti in essere a Pratola Peligna il 4 febbraio del 2023 e a Raiano il 20 maggio dello stesso anno. La svolta nelle indagini era arrivata nei mesi scorsi quando, il nucleo operativo dei carabinieri, aveva fermato e arrestato il 46 enne con una pistola nell’auto calibro 765. Le analisi svolte dal laboratorio del Ris avevano permesso agli investigatori di venire a capo della vicenda. Stessa pistola e stessi proiettili utilizzati negli atti intimidatori di febbraio e maggio 2023. Le accuse a vario titolo sono di esplosione di colpi di arma da fuoco e porto abusivo di arma clandestina. Il padre è accusato anche di ricettazione. Il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, aveva chiesto una pena di cinque anni. Vanno avanti gli accertamenti per verificare se può esserci anche un collegamento con altri atti intimidatori posti in essere sul territorio, in particolare con gli incendi dolosi. A tal proposito il 20 enne è finito sotto inchiesta per aver bruciato la vettura di proprietà madre di un suo rivale.