
Un anno di reclusione, pagamento delle spese processuali e risarcimento da liquidare in sede civile alla persona offesa. È la pena inflitta dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila a F.C , 36enne di Sulmona, accusato di aver preso a pugni un poliziotto fuori servizio che aveva rimproverato il figlio. La Corte ha escluso la recidiva e le aggravanti del reato e ha ridotto la pena inflitta nel 2022 dal Tribunale di Sulmona quando l’uomo era stato condannato a due anni e nove mesi di reclusione. I fatti risalgono al 15 dicembre 2018 quando il figlio del 36enne, mentre giocava con i petardi, ne fece esplodere uno contro la vetrina del negozio di famiglia del poliziotto, il quale aveva subito redarguito il piccolo dicendogli che non poteva esplodere botti dove c’erano persone.
Un rimbrotto che non era piaciuto al padre del ragazzo che senza indugiare più di tanto, aveva sferrato un pugno in pieno volto al viso del poliziotto costretto a ricorrere prima alle cure del pronto soccorso di Sulmona e poi all’ospedale dell’Aquila. Mentre subito dopo aver colpito il poliziotto il 36enne era fuggito via facendo perdere le proprie tracce e lasciando il bambino da solo in attesa dell’arrivo della madre. L’uomo aveva chiesto scusa davanti al giudice dopo l’arresto, scattato al termine delle indagini effettuate dalla squadra anticrimine del commissariato di Sulmona. La vittima aveva riportato una prognosi di 40 giorni. Escluse l’aggravante della recidiva e dei futili motivi, la pena è stata dimezzata. L’imputato è difeso dagli avvocati Daniele Di Bartolo e Giovanni Autiero Celidonio








