
SULMONA. Stop alle telefonate nel carcere di Sulmona. Il Ministero è pronto a schermare l’intera struttura penitenziaria dove, solo lo scorso anno, sono stati scovati ben 110 telefoni cellulari dietro le sbarre o comunque all’interno dell’istituto di massima sicurezza. La schermatura dell’intera struttura penitenziaria potrebbe avvenire tramite uno jammer (ovvero un disturbatore di frequenze) potente in grado di interrompere qualsiasi segnale di comunicazione etere su tutto il perimetro della Casa di reclusione. L’ipotesi è al vaglio anche dal punto di vista tecnico da parte del ministero e se dovesse andare in porto, permetterà di schermare il carcere impedendo qualsiasi comunicazione con il telefono in entrata e in uscita, nonché bloccare la gestione dei droni che sorvolano la struttura carceraria. Il sospetto infatti è che lo “spaccio” dei telefoni cellulari in carcere sia avvenuto finora tramite i droni, se si pensa che lo scorso anno i carabinieri della compagnia di Sulmona avevano colto sul fatto due napoletani di 25 e 60 anni. Il provvedimento, però, avrebbe anche un rovescio della medaglia, motivo per il quale si sta ragionando ancora sull’opportunità di attuarlo: la schermatura dello spazio aereo, infatti, impedirebbe anche le comunicazioni interne degli addetti ai lavori. Per intendersi wi-fi e telefoni sarebbero fuori uso anche per la direzione e gli agenti, con evidenti problemi infrastrutturali nei collegamenti ad internet per compiere gli atti d’ufficio. La schermatura va quindi studiata nel dettaglio. Il carcere di Sulmona, in realtà, è stato già oggetto di prima sperimentazione che risale al 2022, dopo i primi rinvenimenti. Sul tetto del carcere era stata infatti posizionata la strumentazione per deviare i droni. Lo scorso gennaio, intanto, un passo in avanti è stato fatto con la consegna agli agenti penitenziari di un fucile jummeri in grado di deviare i droni. Ma la strumentazione dev’essere utilizzata volta per volta e non garantisce, al momento, un controllo permanente. Il sequestro più importante, che non ha precedenti in Abruzzo, risale allo scorso 18 dicembre con 40 telefoni trovati nel corso della retata. A fine ottobre ne erano stati scoperti altri dieci, nelle mani di altrettanti detenuti. La scorsa estate altri due dispositivi erano stati scovati nelle docce della struttura penitenziaria mentre a febbraio scorso, in un sacco trovato nel campo sportivo, erano stati sequestrati otto telefoni cellulari e duecento grammi di hashisc. Anche il 2025 si è aperto con nuovi sequestri. Da gennaio ad oggi sono cinque i telefoni trovati e sequestrati, l’ultimo l’altra sera quando, nel corso dei controlli a tappeto, gli agenti penitenziari avevano sorpreso un detenuto pugliese mentre tentava di telefonare all’esterno. Il dispositivo è stato subito sequestrato.