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È inopportuna la permanenza degli inquirenti nella sede della polizia stadale di Pratola Peligna. Lo affermano Siap e Silp CGIL in una nota che pubblichiamo. “Avevamo già espresso estrema perplessità per alcuni aspetti della vicenda giudiziaria che coinvolge molti
colleghi. Apprendiamo dagli organi stampa di un esposto, presentato da alcuni dei colleghi accusati, nei confronti
di 5 poliziotti inquirenti (di cui due in quiescenza e tre ancora in servizio presso la Sottosezione Polizia
Stradale di Pratola Peligna) che chiede di accertare se le indagini siano state effettuate nel rispetto delle regole e
secondo principi di imparzialità, equità ed obiettività, verificare se sussiste un’ingiustificata discriminazione nella scelta degli indagati e nell’applicazione selettiva delle misure investigative, se c’è stata un’interpretazione soggettiva ed arbitraria degli elementi indiziaria raccolti, se dalle intercettazioni estrapolate ed ascoltate si evince che i fatti contestati erano stati commessi non solo dalle 19 persone indagate ma da tutto il personale in servizio. Evidenziando inoltre una verità
inconfutabile: le indagini sono state delegate alla sezione di polizia giudiziaria della stessa sottosezione di Pratola
Peligna, diretta dal comandante che si occupava dell’organizzazione e dei turni degli agenti chiedono al Procuratore
Generale di stabilire se sussistono gravi situazioni locali tali da turbare lo svolgimento del processo e di accertare eventuali reati commessi.
Sottolineando come i colleghi accusati lavorino ancora fianco a fianco con i 3 inquirenti, a loro volta ora
sotto la lente che deve valutarne correttezza dell’operato e veridicità dei fatti denunciati, sorprende non
poco prendere atto del trattamento riservato nei mesi successivi ai colleghi indagati, che hanno continuato
a lavorare e ad esercitare le funzioni tipiche degli operatori delle FF.OO. (che, al pari delle restanti helping
professions, sono diuturnamente impegnati in delicatissime attività che, non di rado, affrontano eventi
che degenerano in loro danno) con forte senso del dovere e di appartenenza alla Polizia di Stato. Sottolineando come vi sia alcuna intenzione di invocare alcuna impunità, è però evidente che le questioni
sollevate dai colleghi nell’esposto debbono far riflettere ed i dubbi sono più che giustificati. Auspichiamo che sia acclarata la verità e confidiamo che gli sviluppi processuali possano consentire di
individuare e perseguire, laddove siano comprovate, le rispettive responsabilità ed in pari tempo le estraneità alle configurate ipotesi accusatorie, e che, nelle more del giudicato, si possano evitare processi
mediatici che rischiano di infliggere pene e frustrazioni morali che nessuna eventuale assoluzione futura
potrà riparare. Quel che è certo è che la permanenza degli agenti inquirenti in quella sede è quantomeno inopportuna e
sarebbe auspicabile un temporaneo allontanamento degli stessi dalla Sottosezione Polizia Stradale di
Pratola Peligna al fine di garantire un buon andamento dell’Ufficio e il doveroso benessere lavorativo di
tutti.

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