
Salgono a tre gli indagati per la morte di Ugo Coppola, il 54enne originario di Villalago che lo scorso 13 agosto si era immerso con un gruppo organizzato nelle acque del Relitto del Paguro, al largo di Porto Corsini a Ravenna. Si tratta di tre persone, tutte residenti fuori regione, che facevano parte del gruppo che aveva organizzato l’immersione. La Procura sta indagando a 360′ gradi per ricostruire ogni dettaglio della vicenda, compreso l’iter per il conseguimento del brevetti. L’altro giorno l’avvocato del foro di Sulmona, Domenico Ciancarelli, incaricato dalla madre del 54enne, ha presenziato al rito del riconoscimento del cadavere, peraltro in qualche modo già evidente perché il nome ed il cognome era cucito sulla muta stagna all’altezza di un avambraccio. Per il prossimo 15 ottobre è stata fissata l’autopsia mentre oggi si terrà l’esame tecnico sulle attrezzature. “Come legale della madre, che è persona offesa, collaboro con gli inquirenti per tutto ciò che può essere d’aiuto nella ricerca della verità”- commenta Ciancarelli. Intorno alle 8 dello scorso 3 ottobre il bagnino dell’hotel della spiaggia di Ponte Sasso ha dato l’allarme, dopo aver notato «una sagoma scura» riversa nell’acqua, a pochi metri dalla riva. Immediato l’arrivo dei militari dell’Ufficio marittimo di Marotta della Capitaneria, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. È bastato poco per capire che si trattava del sub disperso sulle coste del Ravennate lo scorso 13 agosto. Coppola aveva ancora indosso la muta stagna di colore nero usata nell’immersione e l’attrezzatura necessaria, tra cui la bombola di ossigeno.









