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SULMONA – “Oggi preferisco parlare di mostra, ambiente e di parco. Di giustizia e Tribunale parliamo un’altra volta”. Ha aggirato l’ostacolo il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, rispondendo nei giorni scorsi a Sulmona alle domande dei giornalisti sulla riforma della geografia giudiziaria che penalizza quattro tribunali minori in Abruzzo, fra cui quello di Sulmona. Fino al 2020 restano tutti in vita dopo l’ultima proroga accordata dalle istituzioni. Ma dopo cosa succederà? Legnini glissa la domanda e per il momento non si sbilancia. Un silenzio che ha portato a riaccendere la battaglia. Resta un punto dolente, anche quello della pianta organica degli amministrativi, ferma a 21 su 33 previsti e a solo la metà dei funzionari giudiziari (quattro su otto), con un sotto organico del 36%. Nonostante queste carenze, le pendenze dei dibattimenti penali sono scese del 51%, quelle civili del 31% e quelle del contenzioso ordinario del 41%. Il riordino della geografia giudiziaria è stato al centro anche dell’ultima seduta del Consiglio regionale con l’interrogazione del consigliere pentastellato Gianluca Ranieri. “La soppressione dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto rappresenta un grave danno per il territorio abruzzese ed è ingiustificabile tanto lassismo sull’argomento”- interviene Ranieri- “il Presidente dice che tre anni sono lunghi e che abbiamo ancora tempo, io credo che ad oggi quelli che pesano sono i 5 anni in cui non si è fatto nulla, salvo riempire i cittadini di parole che non hanno avuto alcun seguito. Un modus operandi, questo, che testimonia il poco interesse della Giunta D’Alfonso rispetto ad un tema così importante per tutto il territorio abruzzese. Inoltre, rimango stupito” conclude “della “causalità” temporale che permette al Governatore di annunciare, proprio oggi, giorno della discussione delle mia interrogazione, la seduta di Giunta che al 99% istituirà la commissione paritetica. Siamo in ritardo altro che “c’è tempo”.

Andrea D’Aurelio

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