
“Un balzello ingiusto per coprire i debiti del passato”. Cresce la rabbia dei cittadini nei confronti del Consorzio di Bonifica Interno Aterno-Sagittario per la nuova imposta sui fabbricati
Un nuovo tributo sta facendo infuriare i cittadini dell’Abruzzo interno: si tratta della cosiddetta “tassa sull’acqua delle grondaie”, ovvero un contributo richiesto dal Consorzio di Bonifica Interno Aterno-Sagittario a tutti i proprietari di immobili ricadenti nel suo perimetro, comprese le abitazioni private.
Una misura che molti residenti considerano iniqua e finalizzata unicamente a ripianare i disastrosi bilanci dell’ente consortile, da anni in profondo rosso. “Stiamo pagando le conseguenze di gestioni scellerate – lamentano i cittadini – e ora ci impongono un balzello assurdo, come se l’acqua piovana fosse un bene da tassare.”
A chiarire la posizione del Consorzio è un comunicato ufficiale, con cui si annuncia l’invio degli avvisi di pagamento a tutti i proprietari di immobili, agricoli e non. La richiesta si basa sul Piano di Classifica e Riparto della Contribuenza, adottato nel 2001 e approvato dalla Regione Abruzzo nel 2002, che prevede una quota fissa di 10 euro per ciascun consorziato, e una componente variabile a carico dei soli terreni agricoli.
Il tributo, secondo l’ente, serve a finanziare le spese di gestione dell’infrastruttura idraulica, di bonifica e tutela del territorio. Tuttavia, il malcontento è crescente, soprattutto tra chi non usufruisce in alcun modo dei servizi del Consorzio ma si vede comunque recapitare la richiesta di pagamento.
I cittadini chiedono trasparenza sui conti dell’ente e una revisione dell’imposizione fiscale, giudicata anacronistica e sproporzionata rispetto ai reali benefici. Intanto, sui social si moltiplicano i post di protesta, mentre alcuni Comitati locali annunciano ricorsi e iniziative per contrastare quella che definiscono “una tassa medievale su pioggia e grondaie”.