banner
banner

SULMONA – Sono più di 50 le telecamere del Grande fratello cittadino a guardia dell’operazione sicurezza della città. Non sufficienti, però, a giudicare dai frequenti episodi di vandalismo e degrado sui principali monumenti o nei vari giardini pubblici cittadini. Per questo l’amministrazione comunale- come riporta Zac 7- punta ad aumentare gli occhi elettronici a guardia di punti nevralgici cittadini. Sono cinque le nuove telecamere installate in diverse zone del capoluogo peligno: due in piazza Salvatore Tommasi dove ha sede la Biblioteca Comunale (chiusa), una al cimitero, una presso gli scavi di Ovidio e un’altra ancora in via Cornacchiola. Ma non finisce qui dal momento che l’operazione sicurezza scatterà anche al Parco Fluviale “A. Daolio” che più volte è rimbalzato agli onori della cronaca per atti vandalici e episodi di inciviltà. L’ultimo investimento sul circuito di video sorveglianza cittadino risale al 2013, quando la precedente giunta Ranalli stanziò poco meno di 135mila euro, per 30 con telecamere fisse e 15 a brandeggio manuale, con un braccio d’azione di 360 gradi da puntare su una quarantina di punti strategici. La privacy viene garantita dall’oscuramento automatico del software che crea delle zone d’ombra in corrispondenza delle abitazioni private; per lo stesso motivo le registrazioni vengono distrutte automaticamente dopo 24 ore, a meno che non servano per attività giudiziarie o di indagine. Scopo principale della videosorveglianza resta la tutela dei monumenti e delle bellezze architettoniche, ma anche per questioni di sicurezza, grazie alla fitta rete di fibre ottiche e al cablaggio senza fili che percorre la città e che la rende una delle più avanzate da questo punto di vista. Per il progetto sono stati spesi finora circa 240mila euro dei fondi regionali Valle Peligna – Alto Sangro del 2003. Ora, con le nuove risorse, si potrà migliorare la qualità tecnica del servizio (spesso utilizzato anche per attività di indagine e di ordine pubblico, anche se non sempre con ottimi risultati, vista la non elevatissima qualità delle immagini).

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento