
SULMONA. Nove mesi di reclusione per D.R. e otto mesi di reclusione per N.V. e U.R.. Si è chiuso così il processo, celebrato con rito abbreviato, a carico di tre detenuti del carcere di massima sicurezza di Sulmona, finiti alla sbarra per accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione di soggetti detenuti e danneggiamento. I fatti risalgono al 2023, nel periodo compreso tra gennaio e marzo quando, all’interno dell’istituto di pena, erano stati effettuati controlli a tappeto da parte degli agenti penitenziari. I tre erano stati trovati in possesso di telefoni cellulari e di schede sim che, a detta dell’accusa, aveva utilizzato per una serie di telefonate. Inoltre, alcuni di loro, sono accusati anche di aver danneggiato il lavandino all’interno di una camera detentiva dove è stato trovato uno dei telefoni cellulari sequestrati nel corso del blitz. Per questo è arrivata la sentenza di condanna dopo oltre due ore di collegamento da remoto. Lo spaccio di telefoni in carcere resta di stretta attualità se si considera che l’intera struttura penitenziaria sarà schermata entro l’anno. Lo scorso anno erano stati trovati e sequestrati ben 110 dispositivi di cui 40 nella maxi retata dello scorso dicembre e altri 20 sono stati scovati da gennaio ad oggi