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SULMONA – Cinque ore di incidente probatorio fra intervalli e momenti di tensione. La Procura della Repubblica di Sulmona mette le prove in cassaforte sul caso dell’aggressione all’autolavaggio perpetrata, lo scorso mese di settembre, ai danni di una donna di origine romena. Con l’accusa di tentato omicidio e usura sono finiti in carcere quattro persone, due uomini e due donne, praticamente un’itera famiglia rom. Oggi è stato il giorno della verità in attesa del processo. Dinanzi al Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi e al Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona Stefano Iafolla si sono presentati i quattro indagati accompagnati dai rispettivi legali, Silvia Iafolla e Giancarlo Santilli, ma anche le due persone offese (la donna aggredita e il marito) più un test chiamato in causa che è l’attuale proprietario dell’autolavaggio. Nessuno si è costituito parte civile. L’incidente probatorio è quindi servito per cristallizzare la prova. La parte offesa ha confermato il quadro accusatorio emerso dalle indagini, di essere stata aggredita con una chiave inglese dalla 69 enne finita in carcere. Resta in piedi anche l’accusa dell’usura che coinvolge la donna e gli altri tre componenti della famiglia rom (D.R.S di 45 anni, S.B di 43 anni, S.L. di 22 anni, M.L. di 69 anni). Le prove quindi sono state blindate in attesa del processo per i quattro indagati che al momento restano in carcere. La difesa invece, rappresentata dagli avvocati Iafolla e Santilli, ritiene che le dichiarazioni rese dalla parte offesa non siano poi così chiare. Per questo hanno chiesto la revoca o la sostituzione della misura cautelare al giudice Billi che si è riservato di decidere. Le indagini effettuate dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, coordinata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, hanno stabilito che alla base dell’aggressione c’è un prezzo non onorato, circa 19 mila pagati dal 2014 quando il debito ammontava a circa 3 mila euro. L’interesse usuraio si attesta quindi intorno al 20%. Ma quando la famiglia della vittima ha cominciato a opporsi sono partite botte e minacce. La responsabile della brutale aggressione, accecata dalla rabbia, si è presentata nell’autolavaggio gestito da un’altra donna, di nazionalità straniera, dove sarebbe scoppiata una forte lite sfociata nell’aggressione a colpi di chiave inglese. Una scena da far west chiusa con il danneggiamento anche di un’altra auto che si trovava in quel momento nell’autolavaggio.

Andrea D’Aurelio

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