
Truffa aggravata ai danni dello Stato. E’ questa l’accusa che il sostituto procuratore della repubblica di Sulmona, Stefano Iafolla, ha formulato nei confronti di una 51enne di Sulmona, dipendente della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. La donna ( che rischia processo e licenziamento), assistita dall’avvocato, Andrea Liberatore, è stata raggiunta dall’avviso di chiusura delle indagini preliminari. I fatti risalgono al 2023 quando la 51enne, che presta servizio negli uffici amministrativi dell’azienda sanitaria, lavorava in una delle palazzine di viale Mazzini. Secondo l’accusa, la donna durante le ore di lavoro, timbrava regolarmente il cartellino per poi assentarsi e recarsi in una scuola di danza e in palestra. Nei periodi di assenza, recita il capo d’imputazione, “pari complessivamente a 94 ore su 114 da svolgere, l’indagata induceva in errore l’ente pubblico di appartenenza in ordine alla sua continuativa presenza sul posto di lavoro, procurandosi un ingiusto profitto costituito dall’indebita percezione della retribuzione conseguita pari 1.362 euro”. Il tutto, per almeno tre mesi di fila, da agosto ad ottobre 2023, stando almeno a quanto accertato dalla compagnia della guardia di finanza di Sulmona che, agli ordini del capitano, Cecilia Tangredi, ha effettuato mirati accertamenti. L’inchiesta era scaturita da un esposto anonimo. Tramite appostamenti, analisi del gps installato nell’auto della 51enne e riprese video, le fiamme gialle sono riuscite a ricostruire i movimenti della donna, denunciandola alla procura della repubblica di Sulmona. Da qui le accuse di truffa, confermate dal sostituto procuratore, Iafolla, che ha chiuso le indagini preliminari. La donna rischia ora di finire sotto processo e ha venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive o chiedere di essere interrogata a norma di legge, al fine di scardinare l’impianto accusatorio. Un’inchiesta che potrebbe aprire le porte anche al filone disciplinare con il rischio di un licenziamento