
SULMONA. “Padre, fratello e amico esemplare. Buon viaggio Ale”. Lo striscione con la scritta a caratteri cubitali, allestito dalla rappresentanza dei tifosi ovidiani, fa da cornice al rito funebre di Alessandro Felici, il 53enne deceduto ieri al termine di una lunga malattia. La chiesa è stracolma e la commozione non manca per l’idraulico di professione, il trinitario doc, l’ultras immancabile e il rugbista integerrimo. Tratti della vita di Felici che sono stati ricordati da don Eolo Tarullo, che ha officiato le esequie, dal rettore dell’arcisodalizio trinitario, Raffaele Carrozza e dagli alpini, di cui Alessandro faceva parte e ne andava orgoglioso. Proprio i volontari dell’Ana hanno scortato il feretro con il picchetto. All’esterno della chiesa le bandiere del Sulmona Calcio, lo striscione e i cori al grido di “non ti lasceremo mai”. Poi il passaggio del carro funebre davanti la “sua” chiesa in corso Ovidio. E’ il giorno dell’a-Dio: una parola scomposta dal dolore ma ricomposta dalla speranza