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SULMONA – Un anno e due giorni. E’ tempo di bilanci per la campagna vaccinale contro il Covid-19 che la scorsa domenica ha spento la prima candelina. Erano le ore 9 del 2 gennaio 2021 quando furono consegnate le prime fiale all’ospedale di Sulmona. Una luce in fondo al tunnel si era detto, ad onor del vero già da qualche giorno prima, quando le prime forniture furono scortate dalle forze dell’ordine. Come dimenticare la fila nei centri vaccinali che durava giornate intere, con il sole e con la pioggia, pur di farsi inoculare l’ultima dose. C’erano i panchinari del vaccino che speravano in una rinuncia dell’ultimo minuto. Ci si metteva d’accordo con il parente che prestava servizio nelle associazioni di volontariato per di sperare in una corsia preferenziale. In quelle fiale c’era la speranza di poter non solo contenere o azzerare il contagio ma anche tornare a respirare per riprendere la vita di tutti i giorni. Dopo un anno il contagio torna a sfuggire al tracciamento, per effetto della nuova variante e del rigetto spontaneo di tutte le misure, ma gli ospedali non sono più affollati come una volta. Basti pensare che ad oggi sono dieci gli attualmente degenti in Centro Abruzzo e lo scorso anno i numeri erano quadruplicati. Alla data del 31 dicembre 2021 la provicia dell’Aquila si è piazzata tra quelle più virtuose per il numero di inoculazioni svolte. Sono 552.417 le dosi somministrate dall’inizio della campagna vaccinale ad oggi. Nello specifico 238.482 sono prime somministrazioni o dosi uniche, 2173995 sono richiami da seconda dose mentre le terze inoculazioni o le dosi booster sono 96540. Ottimo anche il dato del Centro Abruzzo che ha inoculato circa 103.119 dosi senza contare gli open day, le sedute straordinarie e i fuori lista. La speranza è che sia proprio il vaccino, oltre alla prevenzione, a normalizzare la ripresa dei vari comparti. Perchè nel 2021 il gusto della ripartenza è stato solo assaporato. (a.d’.a.)

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