
Clima teso nel centrosinistra dopo il voto. Ieri il consigliere comunale ed ex candidato a sindaco, Angelo Figorilli, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa nella riunione di coalizione, convocata per tracciare la strada della ricostruzione della coalizione. Più che una nuova rotta è stata una resa dei conti. Figorilli non ha risparmiato bordate, tra cui all’ex consigliera comunale Teresa Nannarone che, a suo direz “ ha alimentato la narrazione dello scontro e della polemica”. La risposta della Nannarone non si è fatta attendere. “Semplice rispondere che i fantasmi esistono solo nelle menti un po’ troppo fantasiose.
Ancor più facile replicare che se lui mi considera politicamente un fantasma, io lo considero politicamente un extraterrestre.
Perché solo un extraterrestre può venire a Sulmona e parlare di Central Park -riferendosi al Parco Fluviale- alla sua prima uscita pubblica da candidato sindaco.
Solo un extraterrestre può, davanti ai cancelli della Marelli, dire “ma che davvero si vuole ancora che i figli vadano a fare gli operai?”
Solo un extraterrestre, nella Città con maggior indice di disoccupazione e spopolamento d’Abruzzo, può chiudere la campagna elettorale evocando la visione di un carretto di gelati lungo Corso Ovidio. Questa circostanza mi è stata spiegata stamattina, perché ero convinta fosse solo una battuta. Dunque, caro extraterreste approdato a Sulmona da Capalbio, dopo decenni di assenza, ho contato in tutto 5 post nel merito delle vicende politiche sulmonesi durante i tre mesi di campagna elettorale. E davvero pensa che 5 post (peraltro di risposta ai soliti attacchi) le hanno fatto perdere le elezioni? Perché io non penso di avere questa forza”- incalza Nannarone. “Certo è che non dovevo chiedere permesso a lei prima di parlare o scrivere!
E caro extraterreste venuto ad irriderci con lo slogan “svegliamoci”, come se tutti avessimo dormito, forse non sa che questa fantasma, come altri, qui ci è tornata convintamente nel 1998, a 32 anni, nel pieno di una carriera professionale romana, e ha sempre fatto battaglie politiche di sinistra da eletta nelle istituzioni, da dirigente di partito, da semplice cittadina. Battaglie cominciato quando aveva 15 anni. Non sono approdata con una navicella durante la pensione, ma ho sempre fatto battaglie su temi concreti: violenza di genere, mafie, legalità, lavori, migranti, carcere, diritti sociali e civili e molto altro. Sola o con compagne e compagni, amiche ed amici nuovi o di sempre. Poi in un giorno qualunque ho anche calato lo striscione sulla testa dell’uomo più potente d’Italia, Matteo Salvini, mettendo a repentaglio la mia sicurezza personale.
E questo senza coperture di partiti e di apparati, mentre lei probabilmente divagava nello spazio o nella campagna toscana.
Ho condotto in prima persona una battaglia aspra contro i civici, costruendo una coalizione nel mio studio sottraendo tempo alla professione, alla famiglia, agli amici e a me stessa. Poi, il partito di cui ero negli organismi nazionali, regionali, provinciali e locali, ha deciso di mettermi in un angolo. Troppi consensi, schiena dritta e non incline ad “inciuciare”. Sono rimasta nel Pd per un anno, poi ho recuperato due consiglieri già fuoriusciti per la miopia di un sindaco e di tutte le “forze” che lo sostenevano, per ricostruire una maggioranza già non più tale.
Sono andata in opposizione dopo due anni dalle elezioni e solo dopo la vicenda delle mense che, se non le è chiara, certifica un asse tra alcuni del Pd e FdI, oltre a questioni di conflitti di interessi e procedure illegittime che non intendevo avallare. Caro extraterrestre, se per lei questa ed altre verità (Roncisvalle e la Caserma dei VVF ad esempio), significano scontro o polemica, è molto più vecchio di quanto certifichi l’anagrafe.
Perché la verità invece è rivoluzionaria diceva qualcuno e lei, approdato da Marte o da Capalbio non so, avrebbe dovuto andarsela a cercare. E trovandola avrebbe capito. E chissà magari anche preso qualche consenso in più correggendo il tiro della sua supponenza anche attraverso un’azione diplomatica quindi costruttiva. R invece no. Meglio fare finta di niente e stare con chi, forse ora le è chiaro, l’ha usata per coprire le proprie nudità. Basta vedere gli eletti in minoranza: tre “reduci” e una new entry per la quale parla il cognome. Una sconfitta nella sconfitta.
Ma è lei che ha scelto Central Park, e l’irriverenza nei confronti della classe lavoratrice e di chi teme di perdere il lavoro.
È lei che ha scelto di non confrontarsi con chi la Città la vive ogni giorno, e parlo di tanti amici, compagni e compagne che con semplicità combattono quotidianamente per un mondo diverso, senza nulla pretendere in cambio. E’ lei che ha preferito alla cruda realtà le versioni di comodo. È lei che ha scelto di concludere il suo comizio con la visione, nostalgica e improduttiva, di un carretto di gelati Perché se la fantasia non le è mancata, l’umiltà, la conoscenza della Città con il suo enorme carico di problemi da risolvere si.
Ed è questo che le persone hanno percepito ed è per questo che l’hanno bocciata”- conclude