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SULMONA – I consulenti tecnici della Procura della Procura della Repubblica di Pescara hanno valutato che ”il parere sul vincolo idrogeologico risulta correttamente rilasciato poichè l’esiguo movimento di terreno per la sistemazione del manufatto non poteva determinare nessun movimento franoso e in ogni caso tale parere non era mirato ad affrontare le specifiche tematiche di geomorfologia globale dell’area nel contesto complessivo”. E’ quanto si legge nelle carte dell’indagine sulla tragedia di Rigopiano del 18 gennaio scorso dove sono morte 29 persone. Il passaggio riguarda il parere favorevole emesso dall’ex generale dei carabinieri forestali Guido Conti, trovato morto il 17 novembre scorso sulla strada provinciale morronese. All’epoca del fatti, nel marzo del 2007, Conti guidava il comando provinciale della Forestale. In una lettera lasciata prima della tragica fine, Conti aveva parlato di Rigopiano come di un suo cruccio. Il progetto di realizzazione del centro benessere dell’hotel riguardava ”esigua movimentazione di terreno, da cui non poteva derivare nessuna frana”. Nell’informativa si prende in esame anche la relazione del geologo Luciano Sbaraglia inserita nel progetto di ristrutturazione dell’hotel: secondo quanto evidenziato ”Sbaraglia era consapevole che l’hotel Rigopiano sorgeva in un’area montana in forte pendenza. Nonostante ciò nella sua relazione non ha affrontato le tematiche geomorfologiche e non ha effettuato una valutazione della stabilità del pendio sovrastante l’hotel e conseguentemente nessuna valutazione sull’esistenza del rischio valanga”. La consulenza della Procura conferma la totale estraneità dell’ex generale con i fatti di Rigopiano. I magistrati avevano già risposto all’istanza legale della famiglia. Le cause della morte dell’ex forestale sono da cercare altrove.

Andrea D’Aurelio

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