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SULMONA – La musica con le canzoni che lui ascoltava e amava tanto, i palloncini bianchi segno della vita che vola in cielo ma non si spegne, l’applausi di amici e parenti che hanno riempito la Basilica Cattedrale di San Panfilo. Nel day after della tragedia di via Ciofano, Sulmona saluta Pino Cavicchia (Giuseppe), il ristoratore di 44 anni, che ieri si è tolto la vita nella taverna della sua abitazione. La Procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e sta esaminando in queste ore il telefono e il pc di Cavicchia, per verificare se sussiste qualche elemento terzo che possa aver indotto il giovane a compiere l’estremo gesto. Ma amici e parenti oggi hanno pensato a tutt’altro, alla persona che era, all’amore che ha messo per la cura del lavoro e della famiglia, al sorriso che si è spento troppo presto. A portare il feretro i suoi compagni di viaggio mentre una sua foto è stata posta sulla bara nella navata centrale del Duomo. Una liturgia segnata da lacrime e silenzio. “Questa società sottolinea e risalta la morte senza farci vedere e capire che può esserci una speranza”- ha sottolineato nell’omelia don Gilberto Uscuategui che ha officiato le esequie- “Pino era un giovane che ha messo tanto amore per la sua famiglia e per allevare la sua piccola tanto da rimboccarsi le maniche”. Poi il sacerdote ha fatto riferimento al peccato sociale che spinge l’uomo ad essere indifferente, egoista e a volere sempre la legge del più forte. “Il Signore che conosce i nostri cuori accolga questo grande amore che Pino ha saputo dare”- ha concluso don Gilberto. Applausi e lancio di palloncini all’uscita del feretro dalla Chiesa. Qualcuno ha gridato il suo nome mentre altri hanno fatto partire le sue canzoni preferite. Un addio sui generis anzi un a-Dio: una parola scomposta dal dolore ma ricomposta dalla speranza.

Andrea D’Aurelio

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