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SULMONA – L’esito del suo tampone era atteso per le prossime ore ma in ospedale il test rapido è risultato positivo. Un altro detenuto si aggiunge quindi alla lista dei contagiati nel carcere sulmonese “osservato speciale” dopo il focolaio divampato dietro le sbarre. Ma a preoccupare è la richiesta di cure e diagnosi. Il detenuto in questione infatti, dopo la comparsa della febbre, è stato trasportato nell’area triage dell’ospedale di Sulmona per gli accertamenti del caso. Nelle ultime ore sono due i detenuti che hanno richiesto le cure ospedaliere ed entrambi si trovano in “sosta” nel vecchio pronto soccorso. Se l’area triage non è attrezzata per lo stazionamento dei pazienti Covid, figuriamoci per dei detenuti che necessitano di una sorveglianza continua, visto lo status giuridico. La situazione attuale impone urgenti provvedimenti per allestire un reparto Covid dedicato ai detenuti. Per due in attesa di ricovero o di diagnosi ci sono ben sei agenti penitenziari a controllare. Con tutte le conseguenze del caso per il rischio contagio da Covid-19. La proposta della conversione del reparto per collaboratori è stata presa in carico ma nessuna decisione al momento è arrivata, a parte il sopralluogo effettato sul posto dal Provveditore. Nelle prossime ore arriverà l’esito di altri 40 tamponi mentre restano da testare centinaia di detenuti, alcuni dei quali con sintomi lievi. Il rischio è quello prospettato dai sindaci l’altro giorno nella diffida ad Asl e Regione. Qualora i reclusi avessero bisogno di ricovero chi li prende in carico? La pressione sulle strutture ospedaliere è alta e c’è preoccupazione tra sanitari e addetti ai lavori. La speranza è che il contagio si contenga e con esso la richiesta di cure ma le scelte del caso vanno prese in fretta.

Andrea D’Aurelio

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