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cocaine lane road to death in the form of a pulse

SULMONA –  Per dieci lunghissimi anni l’operazione è stata dimenticata ed oggi, per i fratelli Massimo e Salvatore Franzese e per Maria Tresca, la moglie di Massimo, è arrivata la sentenza di assoluzione, pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, perché manca la prova che il fatto sussiste (secondo comma art. 530). Tutti e tre erano finiti sotto processo per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Altri capi d’imputazione sono caduti per intervenuta prescrizione. La vicenda giudiziaria, in effetti, ha dell’incredibile. Il caso   è stato additato come esempio di giustizia lumaca, con un fascicolo che viene aperto nel 2006 e viene chiuso alla fine di febbraio del 2016. Dieci anni solo per chiedere  un’udienza preliminare. Ma andiamo con ordine. Era il 2006 quando decine di carabinieri con cani antidroga impegnati nelle campagne di Castelvecchio Subequo e gli elicotteri che sorvolavano il cielo del piccolo centro della Valle Subequana messo a soqquadro per un giorno dalle forze dell’ordine. Tutti impegnati a stanare un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti. Un’operazione in grande stile, per bloccare un traffico di droga tra la Campania e l’Abruzzo, che portò all’arresto di nove persone e al recupero di un consistente quantitativo di droga che era stato nascosto in un contenitore di plastica e seppellito in un campo.  I 17 kg di hashish  furono nascosti in fusti di benzina interrati ma non sono “comparsi” tra i capi d’imputazione. Furono inoltre rinvenuti anche 1400 grammi di cocaina, bilancini  e materiale per il confezionamento, più 200 mila euro in contanti nascosti in un cassetto a scomparsa di un mobile, inoltre 9 cellulari e 3 auto di grossa cilindrata. Furono denunciate, in stato di libertà, 31 persone per spaccio di sostanze stupefacenti mentre nove furono arrestate. Si scoprì che all’epoca la comunicazione di conclusione delle indagini fu notificata a uno solo dei nove arrestati. Con l’arrivo del Procuratore Bellelli  l’inchiesta fu ripresa e in otto finirono davanti al giudice per le udienze preliminari ( tutti prosciolti e un patteggiamento) e in tre davanti al giudice monocratico( i fratelli Franzese e la moglie di uno dei due). Per l’ipotesi di spaccio contestata ai due Franzese e alla Tresca (un chilo di cocaina) il procedimento si è chiuso con la sentenza di assoluzione per insufficienza delle risultanze probatorie mentre per l’altra ipotesi di spaccio riguardante solo Salvatore Franzese è intervenuta la prescrizione.

Andrea D’Aurelio

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