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Prigioniero di una scalinata che gli impediva di entrare e uscire autonomamente dalla propria casa, Claudio Di Nardo, 69 anni, è morto senza che fosse trovata una soluzione al suo problema. Viveva su una sedia a rotelle. Da anni combatteva per per poter accedere liberamente alla sua abitazione di Scanno nella frazione di Frattura. Una battaglia che si è trascinata dal 2018 tra appelli inascoltati e progetti mai realizzati. La scalinata situata su suolo comunale rendeva impossibile per Di Nardo spostarsi senza l’aiuto di diverse persone. Di Nardo si era rivolto più volte al Comune di Scanno e persino alla Prefettura dell’Aquila, che aveva sollecitato l’amministrazione a intervenire. Tuttavia, ogni proposta avanzata dal Comune si era rivelata poco concreta o troppo onerosa per il diretto interessato. Secondo quanto spiegava Di Nardo, l’iter per accedere ai fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche prevedeva numerosi passaggi burocratici. Credeva fermamente che il Comune fosse obbligato a garantire l’accessibilità delle infrastrutture pubbliche, come previsto dalla normativa, ma nessun intervento è stato effettuato prima della sua morte. Aveva consultato anche un legale.

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