
Dopo l’appello lanciato dall’avvocata Alessandra Faiella, che nei giorni scorsi si è astenuta dal cibo, oggi un’altra avvocata ha aderito alla staffetta dello sciopero della fame per i troppi suicidi in carcere. Si tratta di Maria Grazia Lepore che ha sposato la causa. “Ritengo che la pena debba essere uno strumento per la crescita personale e sociale, non solo una forma di punizione. L’obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare chi ha sbagliato a comprendere le conseguenze delle proprie azioni, riparare al danno causato e integrarsi nuovamente nella società. La funzione solo punitiva di una pena non risolve il problema alla radice e può portare ad un circolo vizioso di violenza e di emarginazione. La nostra azione mira a sensibilizzare le persone su un grande tema, perché siamo uomini fra gli uomini ed un uomo non dovrebbe ma sentirsi onorato nell’infliggere umiliazioni ad un altro uomo”- scrive la Lepore che oggi non ha toccato cibo per 24 ore.









