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SULMONA – Ha un’invalidità al cento per cento ma quando si reca al Cup di Sulmona per prenotare un ecocolordoppler scopre che la prima data utile è per il mese di ottobre 2019. Un anno e mezzo di attesa. Ripartono polemiche e segnalazioni sui lunghi tempi della sanità. A recepire l’istanza della donna è stato il Tribunale per i diritti del Malato che da sempre ha sollevato questo problema e negli ultimi mesi ha raccolto una raffica di segnalazioni di questo tipo. Una tendenza che va ribaltata in fretta se si vuole continuare a parlare di rilancio dell’ospedale di Sulmona. D’altronde non sono pochi i casi che rimbalzano agli onori della cronaca di lunghe liste d’attesa con gli utenti che, laddove è possibile, preferiscono altri nosocomi a quello peligno pur di accorciare i tempi. Per un esame alla tiroide la prenotazione è stata fissata anche due anni dopo per non parlare di coloro che hanno atteso un anno per un ecocolordoppler e sono stati rimandati a casa per personale carente nel reparto. Un modus operandi che va corretto in fretta. Ben venga discutere sulla classificazione dei singoli presidi ospedalieri ma, alla luce degli ultimi episodi, non basta. C’è bisogno innanzitutto di ridurre le liste d’attesa. Una sanità più rapida e vicina alle necessità dei pazienti è il primo biglietto da visita anche se le urgenze, come più volte ha ricordato la Asl, sono sempre garantire.

Andrea D’Aurelio

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