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SULMONA – Era il 12 ottobre 2016. Aveva 96 anni ed uscì di scena in punti di piedi. A distanza di dodici mesi esatti Sulmona e la Valle Peligna piangono la morte del grande maestro Italo Picini, artista affermato che si è guadagnato nel corso degli anni la stima di una vasta platea, confezionando non pochi riconoscimenti. In città aveva dato vita a un cenacolo culturale assieme a personaggi di taglio come Vittorio Clemente e Ottaviano Giannangeli che erano soliti riunirsi periodicamente a suo tempo, concependo svariate opere nei settori dell’arte e della cultura. Italo Picini è stato Dirigente Scolastico dell’Istituto D’Arte, attuale Liceo Artistico, dopo avervi insegnato pittura e disegno. Per anni si è dedicato alla riscoperta della tessitura abruzzese. Degna di nota la sua partecipazione alla Biennale di Venezia, alle Quadriennali e alle più prestigiose rassegne di livello nazionale e internazionale. Cento opere pittoriche, appartenenti alla sua collezione, sono state donate alla Provincia dell’Aquila. Una pinacoteca che Picini desiderò ardentemente. Dopo la sua scomparso e l’addio silenzioso un anno fa al Cimitero di Sulmona, la famiglia ha donato due opere, una al comune di Prezza e un’altra a Bugnara, per esaudire una delle ultime volontà del compianto artista. Nel suo paese natale a Picini sarà dedicata una sala di Palazzo Alesi in corso di ristrutturazione. Il 9 novembre 2016 fu presentata la monografia di Cosimo Savastano che Picini non fece a tempo a vedere. “Italo avrebbe meritato molto di più visto che si è piazzato fra i maggiori pittori italiani. Non pochi personaggi di spicco passavano per il suo laboratorio”- ebbe a dire Savastano il giorno dell’ultimo saluto e della presentazione dell’opera. Come Picini, maestro e artista d’altri tempi, non ne avremo più.

Andrea D’Aurelio

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