
Un gesto che va oltre il dolore, che trasforma la perdita in speranza. È quello compiuto dai familiari di una donna abruzzese di 50 anni, deceduta nei giorni scorsi all’ospedale San Salvatore dell’Aquila in seguito a una grave emorragia cerebrale. Martedì scorso, dopo l’accertamento di morte cerebrale e nel rispetto delle procedure previste dalla legge, si è svolto il prelievo multiorgano: cuore, fegato e reni sono stati donati per offrire una nuova possibilità di vita ad altri pazienti. Il cuore ha raggiunto Bari, il fegato è stato trasferito a Roma, mentre i reni sono stati trapiantati direttamente nel reparto di chirurgia dei trapianti del San Salvatore. Un’operazione complessa, coordinata in modo impeccabile: in poche ore è stata attivata la macchina operativa, con l’arrivo all’Aquila di diverse équipe chirurgiche provenienti da altre regioni. Al centro di tutto, c’è la scelta coraggiosa e generosa della famiglia della donatrice. Una scelta che commuove e che ispira. “In un momento di immenso dolore, i congiunti hanno compiuto un gesto esemplare”, ha dichiarato il professor Franco Marinangeli, direttore della Rianimazione. “È un atto di profonda umanità, che porta con sé un valore sociale ed etico incalcolabile.” Grazie a questa donazione, persone in attesa di trapianto hanno ricevuto una nuova opportunità di vita. È questo il senso più profondo della cultura della donazione, che il Centro regionale trapianti dell’ospedale aquilano promuove ogni giorno, nelle scuole, nelle piazze, nei centri sociali, per far crescere una consapevolezza collettiva. Donare è un gesto che salva. E chi lo compie, anche nel silenzio, lascia un segno indelebile.









