
Per coltivare la terra servono braccia, cuore e gasolio. E se il gasolio agevolato non arriva, per chi lavora nei campi ogni giorno diventa una corsa a ostacoli. In Abruzzo, negli ultimi mesi, molti agricoltori hanno vissuto proprio così: tra piattaforme informatiche che non funzionano, multe ingiuste e fondi tagliati. La Regione aveva ridotto drasticamente – del 67%! – le risorse destinate alla piattaforma che gestisce le assegnazioni del gasolio agricolo, lasciando appena 17.640 euro per mandare avanti tutto il sistema. Troppo poco. Il risultato? Pratiche bloccate, aziende penalizzate, e addirittura sanzioni per errori che non dipendevano dagli agricoltori, ma da un sistema malfunzionante. Ora qualcosa si muove. Grazie a un emendamento del Partito Democratico, il Consiglio regionale ha approvato il reintegro parziale dei fondi: 145.000 euro in più per riattivare una gestione almeno decente. È un primo passo, certo. Ma per chi lavora con trattori e zappe, serve ben altro. «Il gasolio agricolo non è un favore: è uno strumento essenziale per lavorare e per resistere», hanno ricordato i consiglieri regionali del Pd. Hanno anche chiesto l’istituzione urgente di un tavolo tecnico, con esperti, rappresentanti degli agricoltori e della Regione, per ripensare l’intero sistema. E per capire, finalmente, come siano stati spesi i soldi pubblici per una piattaforma digitale che ha creato più problemi che soluzioni. L’assenza dell’assessore all’agricoltura su questa e altre urgenze – come il contenimento della fauna selvatica o la gestione dell’emergenza “lingua blu” – lascia un vuoto che la politica dovrebbe riempire con più presenza, più ascolto, più risposte. Oggi il Consiglio regionale ha dato un segnale. Ma per molti agricoltori, resta la domanda più semplice e urgente: «Chi ci pensa davvero a chi lavora la terra?».









