ECUADOR – “Il ricordo che mi hanno lasciato ieri sera (mercoledì,ndr) parla da solo. Altro che messa in scena”. Sono le parole dello chef sulmonese, Panfilo Colonico, che mostra il proiettile ricevuto dai suoi rapitori e si sfoga ai microfoni dell’emittente televisiva di onda tv, all’indomani del suo rilascio. Colonico non ci sta a sentir parlare di debiti e di simulazione di sequestro. “Ho dormito sul pavimento per sei giorni, mi hanno dato da mangiare una volta al giorno, volevano tagliarmi un dito e un orecchio. Per questo qualcuno ha pagato 200 mila dollari. Non posso dire altro. La gente prima di dire stupidaggini deve pensarsi due volte”- tuona lo chef, pronto a portare avanti il suo progetto. Oggi stesso tornerà dietro i fornelli, il suo regno che ha costruito con il sudore della fronte e numerosi sacrifici. Il rilascio di Colonico ha fatto tirare un respiro di sollievo agli amici di Sulmona, sua città d’origine, ma anche ai dipendenti del ristorante che in questi giorni hanno portato avanti l’attività. Tuttavia la liberazione non scioglie i dubbi sul sequestro, sul movente dello stesso e su diverse circostanze ancora da chiarire, al vaglio della polizia ecuadoriana che sta indagando sul caso. Dalle prime informazioni risulta che Colonico sarebbe stato rilasciato nei pressi del ristorante: dal casello autostradale sarebbe arrivato in taxi, con grande sorpresa da parte del personale del locale. Poi il lungo interrogatorio della polizia. Nelle ultime ore cominciano ad emergere i particolari del sequestro. Colonico è stato rinchiuso in tre locali diversi. Non gli è mai mancato il cibo ma ha dovuto pagare per evitare che gli facessero del male. Nei giorni scorsi, temendo per la propria incolumità, Colonico aveva assunto due guardie giurate, una delle quali è stata sorpresa a rubare due televisori e 350 dollari che erano all’interno del ristorante. Il giorno del blitz erano stati portati via il pc e il telefono di proprietà del suo commercialista. Da circa due mesi, si è appreso, il ristoratore non riusciva ad onorare gli impegni con i dipendenti. La svolta alle indagini è arrivata l’altro giorno con l’arresto di due dei cinque rapitori che avevano fatto irruzione nel ristorante: probabilmente il resto della banda, temendo l’individuazione e un possibile arresto, ha deciso di liberare l’uomo. “Continuerò il mio progetto – ha chiosato lo chef – con sacrificio e amore”.