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SULMONA – Una casa per una famiglia ucraina. A lanciare l’iniziativa è un giovane di Sulmona, Marco Gerosolimo, che con la sua famiglia si sta attivando per accogliere un nucleo familiare, uno dei tanti messi a dura prova in questi giorni dall’attacco russo. Non una solidarietà a chiacchiere né di facciata. Alla follia della guerra e all’orrore della violenza, il giovane risponde con la forza dell’accoglienza e con il valore dalla prossimità, importanti da riscoprire per ricostruire il volto di un mondo più umano. Per questo la famiglia del giovane si è messa in contatto con la comunità S. Egidio di Roma, per cercare informazioni approfondite al riguardo e ospitare in città almeno una delle famiglie ucraine. “L’idea è quella di affittare un appartamento e metterlo a disposizione”- spiega il giovane- “un contributo fattivo e concreto che deve servire da stimolo. Per questo ho voluto lanciare l’iniziativa perché in tanti si prodighino in tal senso. Per far cessare le guerre e per cambiare paradigma, è necessario recuperare e mettere in atto i valori della pace e dell’accoglienza”. Un’azione diretta e concreta che fa il paio con le iniziative di solidarietà promosse in questi giorni. La neve intanto non ha gelato la pace. Nel corso della manifestazione dello scorso sabato, sotto i portici del bar Europa, il dolore degli ucraini peligni è diventato palpabile. “Abbiamo i nostri genitori, parenti e amici in Ucraina e stiamo vivendo giorni di ansia e di grande pena, con il pensiero e la preoccupazione per quello che sta accadendo nella nostra patria” hanno detto le donne, tutte raccolte dietro uno striscione con i colori della bandiera nazionale, l’azzurro, che simboleggia la pace e il giallo, che simboleggia i campi di grano. Simboli dei valori di pace, di lavoro e di prosperità, che in questo momento drammatico sono messi a repentaglio dalla guerra. “Ogni giorno, soprattutto a sera, quando abbiamo terminato il nostro lavoro, siamo al telefono con i nostri cari – ha raccontato una delle donne, con la voce rotta dalla commozione – ci informano di quello che accade e lacrime spesso scendono sui nostri volti”. Arrivano racconti sofferti dei bombardamenti e di tanta gente, che a malapena riesce a raccogliere qualcosa in un bagaglio fatto in fretta, in fuga con dolore dalla propria terra. (a.d’.a.)

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