
Oggi a L’Aquila è successo qualcosa di importante. Non è stata solo depositata un’istanza in Comune: è stata consegnata una voce collettiva, fatta di oltre 100 firme, da parte di cittadini e cittadine che hanno deciso di trasformare la paura in partecipazione. L’oggetto è Viale Francesco Crispi, il lungo rettilineo in discesa che collega il centro storico a Porta Napoli, attraversando una delle zone più frequentate della città: la Villa Comunale, la Chiesa di Cristo Re, un centro di ricerca, negozi, case, attività. Tutti ci passano: bambini e genitori, anziani, studenti universitari. E tutti, prima o poi, si sono chiesti: perché nessuno fa nulla per rallentare le auto che sfrecciano? Questa domanda ha smesso di restare sospesa. Ed è diventata una richiesta concreta, avanzata ai sensi dell’articolo 10 del Regolamento sugli Istituti di Partecipazione: una proposta condivisa, ragionata, costruttiva, per rendere finalmente Viale Crispi una via sicura per tutti.La proposta chiede interventi chiari e immediati: dossi rallentatori, semafori a chiamata per i pedoni, illuminazione potenziata sugli attraversamenti, un monitoraggio continuo dei flussi di traffico e – cosa fondamentale – l’inserimento ufficiale di Viale Crispi tra le aree prioritarie del Piano comunale per la Sicurezza Stradale. L’iniziativa arriva in un momento propizio: pochi giorni fa, infatti, il Comune ha istituito un gruppo di lavoro tecnico intersettoriale per affrontare le criticità della viabilità urbana (determina n. 3696 del 01/08/2025). La speranza è che questa istanza venga accolta proprio come un primo banco di prova, una risposta concreta a una esigenza reale e sentita. «Non possiamo aspettare il prossimo incidente», dicono i promotori. «Vogliamo interventi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e universitario, quando la luce cala e il flusso pedonale cresce». Ma questa storia non parla solo di sicurezza. Parla di comunità. Di persone che hanno scelto di non rassegnarsi, che hanno unito voci diverse in un coro civico potente e rispettoso. Come scrivono nella lettera: “Abbiamo capito che la sicurezza stradale non è un favore da chiedere, ma un inalienabile diritto di cittadinanza.” Viale Crispi, oggi, non è più solo una strada. È diventato un simbolo. Un’occasione concreta per dimostrare che partecipazione e ascolto possono davvero cambiare le cose. E che prendersi cura dello spazio pubblico – quando fatto insieme – è il primo passo per costruire una città migliore, più giusta, più sicura.









