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SULMONA – Prenderà servizio alle 21 di questa sera per staccare alle 7 del mattino. Sarà l’ultimo turno di lavoro, nel pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, per l’infermiere Salvatore D’Angelo, che oggi viene collocato a riposo dopo oltre 45 anni di onorato servizio nel presidio ospedaliero. Un pezzo di storia. Anzi un pezzo “grosso” verrebbe da dire. Una colonna del pronto soccorso che resta lo specchio di una sanità che si affaccia all’utenza nonché il primo front office. Per D’Angelo arriva il momento della pensione mentre i ricordi riaffiorano alla mente. Era il 19 febbraio del 1976 . Aveva solo venti anni e il primo giorno di lavoro non si dimentica mai. Una cosa è certa. Chi avrebbe immaginato di chiudere la carriera, o comunque il percorso professionale, con un’emergenza pandemica senza precedenti storici? “Era un’unica stanza con un tramezzo. Non avevamo nemmeno una pensilina per proteggere i pazienti dal freddo e dalla neve. Come pure c’era solo un medico senza reperibilità e senza sanitari di appoggio per le consulenze”- racconta D’Angelo per parlare ovviamente del Covid e della stanchezza che comincia a farsi sentire dopo un anno di lavoro senza soluzione di continuità.  Ma non manca qualche aneddoto nonché qualche ricordo personale. “Non posso dimenticare la vicenda di un caro amico. Eravamo riusciti a salvarlo e rianimarlo tant’è che non vedo l’ora di raccontargli tutto. Dopo cinque minuti ebbe un’altra fibrillazione fino al decesso. Noi facemmo il possibile ma poi c’è la vita e la natura”- prosegue il decano degli infermieri. In 45 anni sono cambiati pronto soccorso e ospedale: nuove strutture, nuovi compagni di viaggi, nuovi modi di accedere e fare la sanità. “Per rendere un servizio più efficace ed efficiente servono umanità e pietà”- conclude il quasi pensionato D’Angelo- “due parole che dovrebbero essere applicate alla lettera in ospedale. Mi dicevano sempre che, a volte, è meglio un sorriso che una pasticca”. Un’umanità senz’altro da riscoprire. A Salvatore D’Angelo vanno i nostri migliori auguri per un meritato riposo.

Andrea D’Aurelio

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