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Come già annunciato da questa testata ieri sera, al termine di una lunga riunione in remoto dell’Unione di crisi tra il governatore Marsilio, il capo della task force Alberto Albani, l’assessore Veri, il capo del dipartimento Claudio D’Amario e il commissario della ASR Pierluigi Cosenza, il governatore ha comunicato che oggi pomeriggio si riunirà il Comitato Scientifico e, dati alla mano, si deciderà per un’ulteriore restrizione. Una sorta di zona “similrossa” la quale potrebbe prevedere la limitazione delle attività scolastiche, con il ricorso alla didattica distanza per tutti gli ordini e gradi, e la possibile chiusura dei negozi e delle attività commerciali, così come avviene nelle zone rosse già individuato in altre regioni italiane. Saranno toccati dai provvedimenti i territori più colpiti: di certo l’Aquilano (principali indiziati il capoluogo, dove ancora ieri si sono verificati 84 contagi e la Marsica), alcune aree del Teramano e, forse, anche del Pescarese.
Misure che renderanno difficili situazioni già complicate. La prima è che in caso di chiusura delle scuole, anche per infanzia e primaria dopo che è già avvenuto per le superiori, le famiglie si troverebbero in notevoli difficoltà per gestire figli e bambini. Il comparto commerciale poi verrebbe ulteriormente penalizzato rispetto a flussi in questo momento ridottissimi e incassi praticamente azzerati. Le ordinanze regionali, inoltre, potrebbero non garantire i ristori previsti a livello nazionale. L’unica cosa certa è che il quadro abruzzese è sempre più critico, all’Aquila addirittura i posti di terapia intensiva sono tutti occupati ed è in corso una corsa contro il tempo per cercare di aprirne altri.

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