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SULMONA – “Se l’organizzatore del convegno aveva un reale intento di confrontarsi con il Sindaco e gli esponenti dell’Amministrazione dovrebbe semplicemente spiegare per quale motivo abbia rigorosamente omesso di inserire nel programma della giornata di studi la presenza del Sindaco o di un suo delegato e si sia, solo successivamente, limitato ad un invito per un semplice saluto”. A dire la propria, in merito ad “OfficinAbruzzi”, l’evento previsto per oggi al cinema Pacifico poi annullato, sono il sindaco e gli assessori comunali di Palazzo San Francesco che non ci stanno a passare come coloro che hanno paura del confronto. “Gli organizzatori dell’evento hanno inteso promuovere la giornata di studi, chiedendo l’utilizzo della sala di proprietà comunale e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, utilizzando il logo del Comune (senza la preventiva autorizzazione) ma non contemplando il Sindaco né alcun esponente dell’Amministrazione tra i partecipanti alla giornata di studio”- chiariscono dal Comune- “è di tutta evidenza che chiunque promuova un evento ha la assoluta facoltà di scegliere i partecipanti ma costituisce prassi consolidata e risponde alla regola dei corretti comportamenti istituzionali, allorquando si formula richiesta di patrocinio e di utilizzo a titolo gratuito di una sala di proprietà comunale, inserire i rappresentanti dell’Amministrazione. In questo caso, gli organizzatori hanno evidentemente inteso derogare alla prassi, evitando di formulare l’invito al Sindaco e alla Giunta e solo a seguito della pubblicazione dell’evento mediante manifesto (con il logo del Comune di Sulmona in bella evidenza, stampigliato senza autorizzazione) si è ritenuto di invitare l’Amministrazione per un saluto. Si rende necessario precisare, al riguardo, che il patrocinio non è stato concesso perché, a giudizio di questa Amministrazione, è opportuno denegare il patrocinio ad eventi di carattere politico, che anche nel caso in cui si esaminino tematiche di rilevanza sociale o culturale implicano, comunque, una prospettazione “di parte” e rivestono, direttamente o indirettamente, finalità propagandistiche, che esulano dai compiti che presiedono alla attività della pubblica amministrazione. In ragione di quanto sopra, non si comprende la scomposta e veemente reazione del Dott. Di Paolo, così come si palesano ingiustificate e risibili le considerazioni rivolte all’Amministrazione Comunale (che ha comunque concesso l’utilizzo della sala cinematografica), accusata di fragilità e di paura di confronto e di altri sconcertanti rilievi, espressione di un atteggiamento bilioso”. Il laboratorio salta ma l’arringa continua. Ovviamente da remoto. E’ questo l’aspetto più desolante della vicenda. Un botta e risposta che non si fa più nei luoghi di incontro ma tramite comunicati stampa. Ci si mette la firma, talvolta, ma non più la faccia. E’ lo specchio della realtà che coinvolge, inevitabilmente, tutti gli attori, istituzionali e non solo. Sarebbe stato costruttivo e avvincente, al di là della forma, coglieri i diversi punti di vista in un dibattito. Quando il confronto viene meno per lo sgarbo istituzionale o per la paura del contraddittorio è una sconfitta per tutti. Una chiosa necessaria che serve ancora a ricordare che il giornalismo di opinione non è solo ad appannaggio di qualcuno. Esistono priorità ed esigenze diverse ma non esiste più un’etica.

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