
Nessun passo avanti sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Lo denunciano le Segreterie di Fim, Fiom e Uilm, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero del Lavoro su convocazione della ministra Marina Elvira Calderone, dopo lo sciopero nazionale unitario del 20 giugno scorso. Alla riunione erano presenti anche le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal, che – secondo quanto riferiscono i sindacati – avrebbero ribadito la propria indisponibilità ad aprire un vero confronto negoziale.Per Fim-Fiom-Uilm, si tratta di un atteggiamento inaccettabile che impedisce l’apertura di un negoziato reale, fondato sulle regole condivise nel rinnovo del CCNL del 2021. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la propria disponibilità a discutere nel merito, senza pregiudiziali, e con l’obiettivo di adeguare il contratto alle sfide del settore. La vertenza continua a tenere accesi i fari sullo stabilimento della Marelli che, dopo l’apertura della procedura di fallimento, resta a rischio. I 444 dipendenti da un anno lavorano con il contratto di solidarietà che prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento. Niente turni di notte da un anno e l’ombra dei 147 esuberi entro la fine dell’anno. Come se non bastasse anche la produzione dei bracci oscillanti potrebbe venire meno ed essere delocalizzata altrove