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SULMONA – Era finito in ospedale con cinquanta punti di sutura e con trenta giorni di prognosi. Per l’aggressione di due pitbull di cui uno morsicatore e un cane corso al veterinario sulmonese, F.F., quattro persone dovranno comparire il prossimo 16 febbraio in Tribunale. Il giudice per le udienze preliminari, Daniele Sodani, ha rinviato a giudizio oggi quattro persone (A.R.D.C., G.B., D.G. C e M.B.), per le quali la Procura aveva chiesto il processo, per le ipotesi di reato di lesioni personali dolose, l’omessa custodia e mal governo degli animali. Il fatto, che balzò alle cronache e fece discutere, risale al 25 aprile 2018, nella zona di Cantone tra Sulmona e Introdacqua. Se non fosse stato per la pronta reazione del veterinario e per la vicinanza del padre 73enne al momento dell’aggressione da parte dei due cani, le conseguenze per il noto professionista sarebbero state ancora più gravi. Da quella aggressione il veterinario ha riportato “ferite lacerocontuse a margini sfrangiati con interessamento profondo del polpaccio destro da cui derivava una malattia di durata complessiva pari a 140 giorni”. Non uno scherzo insomma tant’è che la magistratura ha contestato ai quattro indagati di aver lasciato liberi i tre cani (di cui uno riconosciuto morsicatore) di circolare lungo la pubblica via, conoscendone la pericolosità per la pubblica incolumità. Gli avvocati della difesa Silvia Iafolla e Alessandro Margiotta tenteranno di smontare il quadro accusatorio, soprattutto in riferimento all’aggravante del dolo per le lesioni colpose. Nel mese di ottobre 2019 nel frattempo, con l’intento di salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini, il comune di Introdacqua decise consensualmente con i proprietari e con la Asl di procedere alla castrazione di due cani pitbull per impedire nuove riproduzioni. Furono inoltre trasferirti undici cuccioli presso il canile rifugio di Collelongo con il quale il comune di Introdacqua è convenzionato. Il tutto sotto il coordinamento del vice sindaco, Giuseppe Zuffada, per la risoluzione di una problematica annosa.

Andrea D’Aurelio

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