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SULMONA –  È incapace di compiere i quotidiani atti della vita ma per ottenere l’indennità di accompagnamento ha dovuto faticare e non poco. Una serie di battaglie legali per un minore invalido di Sulmona che, alla fine, una volta ottenuto quanto gli spettava e’ diventato maggiorenne. Il giovanissimo  aveva chiamato in causa  l’Inps davanti al Tribunale di Sulmona  per ottenere il riconoscimento della sua condizione di incapacità totale ai fini di ottenere l’indennità di accompagnamento.Nonostante tale riconoscimento, al raggiungimento della maggiore età e di fronte al nuovo diniego di concedere l’indennità di accompagnamento, era stato costretto nuovamente ad effettuare un ricorso grazie al quale il giudice ripristinando lo stato di diritto precedente gli aveva riconosciuto nuovamente l’indennità di accompagnamento. Grazie alle modifiche legislative ha chiesto a quel punto un adeguamento della propria pensione di invalidità che viene negato in quanto l’INPS ritiene che, pur percependo un’indennità di accompagnamento, non sia considerabile cento per cento con necessità di assistenza continua non essendo stata specificata tale condizione dal medico del Tribunale. Un vulnus che ha spinto il suo avvocato, Catia Puglielli a chiedere all’Inps, in virtù di un criterio di ragionevolezza, di annullare il provvedimento in autotutela cioè senza andare in Tribunale essendo ovvio che un soggetto che percepisce un’indennità di accompagnamento è certamente un soggetto incapace di compiere gli atti quotidiani della vita. Ahimè. Il giovanissimo è stato nuovamente costretto ad effettuare un nuovo ricorso che si è concluso con il riconoscimento del diritto a ottenere la maggiorazione sulla pensione di invalidità. “Anche questa volta nonostante un lungo e faticoso cammino ce l’abbiamo fatta”- ha commentato con soddisfazione la Puglielli. Resta da riflettere sulla complessità dell’attuazione della norma che non rende la vita facile alle persone più fragili

 

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