
«Mi fa piacere vedere che qualcosa si muove, anche se con un sondaggio in chat. Ma non è questo il modo di affrontare il futuro di 150 lavoratori che da anni prestano servizio nella Asl 1 come precari di cooperativa e che oggi rischiano il licenziamento». A dirlo è Marcello Vivarelli, segretario regionale della Fesica-Confsal Abruzzo, intervenendo sul caso dei lavoratori che operano da tempo negli uffici della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Il riferimento è a un sondaggio non ufficiale e non anonimo, circolato tra i lavoratori con l’intenzione di raccogliere nomi e situazioni da trasmettere al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. Un’iniziativa che ha destato perplessità. «Capisco l’intento – spiega Vivarelli – ma richieste simili andrebbero fatte in modo più trasparente, rispettando la privacy dei lavoratori e chiarendo bene finalità e strumenti. Parlare di emendamenti o avvisi pubblici senza specificare cosa prevedano e a chi si applichino non aiuta. Serve chiarezza, non confusione». Il dibattito si inserisce nel contesto del concorso per 53 posti da assistente amministrativo, il cui esito finale è atteso a breve. In base alle esigenze della Asl, i posti potrebbero salire fino a 120, ma – sottolinea Vivarelli – nessun precario ha ancora certezze, nemmeno gli idonei. «Non c’è bisogno di altri elenchi. I numeri sono chiari: circa 80 sono stati esclusi già alla prima prova, una trentina non hanno partecipato. Gli altri attendono con l’ansia di non sapere se rientreranno o no. Servono risposte rapide e soluzioni inclusive». Vivarelli lancia poi una critica alla gestione politica del problema: «Sembra che la Regione non voglia prendere in considerazione la strada di una società in house, come quella consortile adottata in Piemonte tra più Asl. Si preferiscono strade più complesse e meno trasparenti, forse più gestibili per chi governa, ma molto meno comprensibili per i lavoratori». Infine, un appello all’equità: «Evitiamo nuove selezioni o avvisi pubblici per altre figure professionali che rischiano di creare divisioni tra “figli e figliastri”. C’è bisogno di giustizia e stabilità per tutti».
La replica degli organizzatori del sondaggio non si è fatta attendere: «L’iniziativa – precisano – è stata concepita solo per uso interno, in forma anonima e su base volontaria. Nessun intento di influenzare decisioni ufficiali, solo il desiderio di comprendere meglio i bisogni reali dei lavoratori».