
L’Aquila e il suo “oro rosso” festeggiano un traguardo importante: i vent’anni della Denominazione di Origine Protetta per lo Zafferano dell’Aquila. Un anniversario che diventa occasione per riflettere sul valore di una spezia che è simbolo di eccellenza, identità e riscatto per le aree interne. “Lo zafferano rappresenta la dimostrazione che anche in questi territori si può fare economia, nel solco di una tradizione secolare”, ha dichiarato Paolo Federico, sindaco di Navelli e presidente del Gal Gran Sasso-Velino, lanciando un appello a istituzioni e politica affinché sostengano con più decisione la produzione, la promozione e il ricambio generazionale dei piccoli agricoltori. La produzione oggi si concentra in 13 comuni dell’aquilano, con circa 90 produttori e un disciplinare rigidissimo che garantisce qualità unica al mondo. Nonostante questo, i numeri restano modesti – 30-40 chilogrammi l’anno – e spesso insufficienti a soddisfare la domanda. Le difficoltà si sono acuite dopo il terremoto del 2009, rendendo sempre più urgente un sostegno concreto. Per celebrare il ventennale, il Gal Gran Sasso Velino ha organizzato quattro appuntamenti tra il 5 e il 19 settembre, che intrecciano riflessione e convivialità: dal seminario inaugurale di Navelli con accademici, istituzioni e produttori, agli show cooking curati dai cuochi abruzzesi, fino al convegno conclusivo all’Aquila con la partecipazione del ministro Francesco Lollobrigida, del sottosegretario Luigi D’Eramo, grandi firme del giornalismo e chef come Niko Romito. “La qualità dello zafferano dell’Aquila è assoluta, certificata da studi e ricerche – ha sottolineato il vicepresidente della Regione, Emanuele Imprudente –. È stato per secoli un volano economico e identitario, e lo sarà ancora, grazie a nuove azioni di promozione e internazionalizzazione”. La celebrazione dei vent’anni non sarà solo memoria, ma soprattutto un laboratorio di rilancio, in cui mondo accademico, istituzioni, imprenditori e comunità locali si confronteranno per scrivere insieme il futuro dell’oro rosso abruzzese. Un futuro che chiede sostegno, ma che parte da una certezza: la forza di una tradizione che continua a parlare al mondo.









