
A Sulmona la tappa del viaggio di Libera “Fame di verità e giustizia”
Giovedì 22 maggio alle ore 16.30, Auditorium della S.S. Annunziata – Presentazione del Patto educativo per la città di Sulmona – Socializzazione percorso formativo di prevenzione sulle dipendenza
Giovedì 22 maggio alle ore 16.30, presso l’Auditorium della S.S. Annunziata, ci sarà l’appuntamento finale del corso di formazione di prevenzione sulle dipendenze promosso dal presidio di Libera Sulmona “Ambrogio Mauri” col patrocinio del Comune e in rete con le scuole della città.
Questo progetto è stato voluto e finanziato dalla precedente amministrazione, nella persona del sindaco uscente Gianfranco Di Piero a cui va il ringraziamento del Presidio di Libera Sulmona.
Tutto è iniziato il 25 settembre 2024 con l’incontro inaugurale dal titolo “La Città educativa” alla presenza di don Luigi Ciotti, fondatore e copresidente dell’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie e dei formatori di Libera Michele Gagliardo, Salvatore Rizzo e Tito Vezio Viola.
Gli incontri, tenuti dai formatori di Libera, si sono svolti nella varie sedi scolastiche della città nei mesi di dicembre, febbraio, marzo e maggio e hanno coinvolto 60 insegnanti di ogni ordine e grado, (dal nido fino agli istituti superiori), varie realtà educative e culturali del territorio e 31 studentesse e studenti degli ultimi anni del polo umanistico Ovidio e del polo scientifico – tecnologico “E. Fermi”. Proprio questi ultimi sono stati coinvolti in un percorso di formazione per peer educator con l’obiettivo di costituire un gruppo di giovani educatrici/educatori in grado di gestire momenti di formazione con le ragazze e i ragazzi più giovani.
Nel corso dei vari appuntamenti si è approfondito il senso e il significato dell’esperienza del consumo e della dipendenza, a partire da una messa in discussione degli stili di vita contemporanei. Ciò ha implicato un’approfondita riflessione sui bisogni educativi connessi all’appartenenza e all’inclusione in adolescenza e sugli attuali modelli di consumo, riletti da un punto di vista pedagogico, sociale e culturale, al fine di promuovere immaginari e sistemi simbolici nuovi, sviluppare capacità di lettura critica della realtà e del rapporto con essa.
Si è avuto modo di riflettere insieme sulla solitudine delle famiglie, sulla crescente situazione di fatica che bambine/i, ragazze/i quotidianamente vivono. Esclusi dai pensieri degli adulti e da ogni formula di dibattito pubblico, diventano soggetti di cura e di attenzione solo se e quando destano preoccupazioni o fanno qualcosa di particolarmente provocatorio. Non essere nei pensieri degli altri e essere considerati solo per situazioni allarmanti costituisce una condizione di abbandono e continuo giudizio, cosa che produce dolore e sofferenza. Forte è il malessere psicologico ed emotivo di queste generazioni, forte è il senso di inadeguatezza che vivono e che si accompagna ad un graduale abbassamento dell’autostima e della percezione di utilità sociale. Chi cresce necessita di avere accanto adulti, istituzioni e organizzazioni sociali attente e disposte a incontrarli nell’intimità e a far fare loro esperienze di crescita della responsabilità e dell’utilità sociale.
Uno spazio di lavoro è stato infine dedicato alla comprensione del ruolo delle mafie e del fenomeno dei traffici internazionali di droghe, oggi oggetto della maggiore redditività degli investimenti delle organizzazioni mafiose.
A conclusione del percorso è emersa la necessità e la volontà di strutturare un Patto educativo per la Città.
Un patto costruito insieme, risultato di un processo di graduale confronto, un patto di co-responsabilità che vada oltre la scuola, riconoscendo la responsabilità educativa di ogni soggetto che compone la comunità, che sia ente pubblico, privato e di volontariato, allargando le collaborazioni al fine di dare forma sempre più ampia alla comunità che educa. Non si può immaginare che la responsabilità educativa sia legata esclusivamente alla scuola, ma che sia un compito diffuso e condiviso tra tanti soggetti che incontrano la vita di chi sta crescendo.
Attivare un percorso con la comunità educante significa credere ancora in una educazione diffusa e nella condivisione della responsabilità educativa e civile per favorire la crescita di persone e luoghi. In questo procedere non si può ragionare di comunità educante escludendo i più giovani, perché sono parte della comunità operosa che (ci) educa, che agisce collettivamente verso un orizzonte di cambiamento.
Non è soltanto un patto “per” le giovani generazioni, bensì un patto “con” le giovani generazioni, assumendo l’idea che una comunità migliore per i bambini, i ragazzi e i giovani sia una comunità migliore per tutti.
Nella convinzione che l’educazione sia fondamentalmente un atto pubblico che si attua nella continua relazione tra individuo, collettività e luoghi, all’incontro sono stati invitati a partecipare tutte/i le/i candidate/i alla carica di sindaco e consigliere/consiglieri alla prossime amministrative, con la speranza che il tema dell’educare possa tornare ad essere al centro dell’agenda politica.
All’appuntamento del 22 maggio interverranno i formatori di Libera Michele Gagliardo, Salvatore Rizzo e Tito Vezio Viola.
L’iniziativa si inserisce nella campagna nazionale di Libera “Fame di verità e giustizia” che farà tappa in Abruzzo nei giorni 21/22/23 maggio a L’Aquila, Castiglione Messer Raimondo, Sulmona, Chieti e Atessa.