banner
banner
banner
banner

Il Cibo come Veicolo di Comunicazione: La Storia di Daniela Maiorano

Nel romanzo “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, l’assaggio di una semplice madeleine immersa nel tè evoca nel narratore un vivido ricordo della sua infanzia, sepolto da tempo. Allo stesso modo, ogni piatto creato da Daniela Maiorano è un viaggio nei sapori e nei ricordi delle sue radici abruzzesi.

Nata e cresciuta a Sulmona, in provincia di L’Aquila, Daniela ha praticamente imparato a sbucciare le patate prima ancora di saper camminare. “Sono nata in cucina,” racconta con un sorriso. Il ristorante di famiglia, aperto durante la Seconda guerra mondiale, è stato il campo di gioco preferito di Daniela e dei suoi fratelli. “Quando c’era da rimboccarsi le maniche, non importava se avevi solo 10 anni: prendevi il tuo coltellino e via a sbucciare fagiolini o patate!” ricorda con nostalgia.

Dopo aver vissuto per tre mesi in un van e svolto diversi lavori, Daniela si è trovata nuovamente a lottare per affermarsi in un Paese dove nessuno sapeva chi fosse. Grazie alla sua determinazione e alla voglia di rimettersi in gioco, è riuscita a trovare l’amore e a stabilirsi definitivamente in Australia. La cucina italiana rimane il pilastro della sua identità culinaria, ma Daniela ha imparato a bilanciare le tradizioni italiane con le innovazioni australiane. Pur rimanendo fedele alle ricette e alle tecniche che ha imparato in Italia, cerca di integrare ingredienti locali e sostenibili, mantenendo un approccio rispettoso delle tradizioni tricolori.

Daniela sta dedicando anche del tempo a conoscere la cultura aborigena e a integrare ingredienti nativi come il lemon myrtle, il cinnamon myrtle e i warrigal greens nelle sue ricette. “La cicoria però non deve mancare mai!” afferma, sottolineando come nella sua cucina sia un elemento imprescindibile e un ingrediente a cui è particolarmente affezionata sin da bambina.

Nel corso degli anni, Daniela ha sviluppato un approccio ai fornelli che rispecchia il suo percorso personale. Invece di cercare il fine dining, ha cominciato a esplorare le sue radici. “Mi piace raccontare storie e amo la semplicità e l’autenticità,” spiega. Questo desiderio di tornare alle origini si riflette anche nei suoi progetti futuri. Ha acquistato un palazzo nel centro di Sulmona, che sta ristrutturando, con l’obiettivo di portare australiani in tour gastronomici educativi in Abruzzo, non solo per far loro scoprire il cibo e il vino della sua regione, ma anche per condividere la cultura e le tradizioni locali. Questo progetto prenderà vita a maggio 2025. Con i suoi 49,7 mila follower su Instagram, è chiaro che Daniela non si limita solo a cucinare, ma sa anche come far venire l’acquolina in bocca attraverso uno schermo. La sua storia è un esempio di come il cibo possa essere un potente veicolo di comunicazione, capace di unire culture diverse e di evocare ricordi profondi e significativi

Lascia un commento