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Abbiamo di nuovo interpellato la Psicoterapeuta dott.ssa Lola Di Stefano per affrontare, questa volta, un argomento di grande attualità e che attirerà sicuramente la curiosità delle donne.

Il narcisismo è un argomento di cui molto si scrive e legge.

Spesso i pazienti, ci racconta Lola, mi citano articoli e video in cui l’argomento viene trattato in maniera sempre più completa, addirittura a puntate, non estinguendo comunque l’interesse e le richieste di approfondimento. Questo articolo può essere l’occasione per sintetizzare qualche aspetto significativo, con tutte le semplificazioni e generalizzazioni del caso. Il filosofo Umberto Galimberti, nelle sue “Riflessioni all’epoca del coronavirus”, riconosce l’attualità della struttura narcisistica osservando: “La solidarietà è andata a picco in questi anni e sono emersi individualismo, narcisismo, egoismo: tutte figure di solitudine”. Il disturbo narcisistico è in crescita ed è stato stimato che riguardi quasi il 10% della popolazione, soprattutto di sesso maschile.

Una delle caratteristiche centrali che descrivono bene il disturbo è una costante ricerca di affermazione, a discapito delle relazioni, della autenticità e della libertà interiore. I narcisisti si aspettano, sarebbe meglio dire hanno la necessità e quindi pretendono, di essere considerati con sguardo affascinato, pieno di entusiasmo, innamorato (come nelle emoji con occhi a stella o a cuoricino, unica risposta plausibile ai loro selfie). E magari dal basso in alto; fantasticano di essere persone uniche, un palmo al di sopra dei “normali” e di poter essere capiti e frequentati soltanto da persone altrettanto speciali. Sono privilegiati e hanno una particolare attitudine a far sentire gli altri degli “sfigati”, a prescindere dai reali talenti.

  • I narcisisti hanno davvero una marcia in più?

Il focus non è tanto sulle loro abilità, ma sul modo in cui le mettono in gioco, con un buon apparato pubblicitario, cercando costantemente di gestire il proprio OK: ad esempio nel lavoro il narcisista sfrutta le sue doti cercando di essere sempre al centro dell’attenzione, attribuendo a sé i meriti e agli altri le colpe, anche a costo di manipolare ed ingannare. Dopo una prima fase di apparente disponibilità possono emergere ostilità, invidia, competitività, mancanza di etica: ponendosi come persone speciali, i narcisisti pretendono di essere sempre soddisfatti e ottenere trattamenti di favore.

L’obiettivo sociale, lavorativo, esistenziale sembra essere il successo personale; il narcisista privilegia il consenso pubblico piuttosto che una competenza approfondita e rifugge da un “oscuro” ruolo al servizio della comunità. Il riconoscimento dell’immagine è prevalente rispetto al valore interiore, che pure può non difettare.

  • Si possono definire i narcisisti come persone che sanno amare soltanto se stesse?

In realtà “amano” la propria immagine riflessa negli occhi degli altri, il riconoscimento che viene dato: la sicurezza e l’arroganza che ostentano “mascherano” il disprezzo di sé che non ammettono, e che proiettano sugli altri, aumentando l’effetto piedistallo.

Spesso i narcisisti non hanno neppure voglia di conoscersi davvero, raramente fanno un percorso terapeutico, non hanno consapevolezza di sé, non vogliono incontrarsi con i propri limiti e con la realtà nascosta dalla maschera.

  • I narcisisti basano i rapporti sullo sfruttamento?

Tutti abbiamo bisogno di ottenere amore, riconoscimento, energia, di soddisfare attraverso gli altri i nostri bisogni. Le diverse strutture di personalità hanno strategie differenti: ad esempio il depresso, che talvolta ha vissuto una esperienza di abbandono e non si ipervaluta, anzi si sminuisce e si colpevolizza, cerca riconoscimento in modo più “contrattuale”, non pretende, compiace, è premuroso, dà molto in cambio dell’amore che riceve. Il narcisista cerca invece di avere sempre il massimo con il minimo, comunque senza concedere nulla che non gli sia congeniale, e si aspetta irragionevolmente l’accoglienza pronta di ogni richiesta. Mentre il depresso ruba energia lamentandosi, ma ha anche una sensibilità che lo porta a identificarsi con i problemi altrui, il narcisista manca solitamente di empatia; addirittura i narcisisti “maligni” possono essere vendicativi, cinici, spietati, quando sono animati dalla rabbia di fronte a critiche, frustrazioni, minacce. Sono sensibilissimi alle ferite, ma a quelle proprie!

  • Perché le storie d’amore con un narcisista sono spesso problematiche, transitorie, infelici?

I narcisisti hanno qualità piacevoli ed affascinanti che favoriscono l’inizio di un rapporto, ma anche molte caratteristiche che ostacolano lo sviluppo di una serena relazione amorosa, in primo luogo la mancanza di una base sicura e di strutture interne sufficienti a mantenere un’identità stabile. Nel partner cercano gli occhi compiaciuti ed ammirati della mamma e la funzione di rispecchiare quella identità che hanno bisogno di credere di aver conquistato; quando questo incantesimo cessa, il rapporto va in crisi.  Dovendo utilizzare il partner per il mantenimento dell’autostima, inevitabilmente lo danneggiano e lo feriscono, dopo di che avviano ripetutamente e velocemente nuovi rapporti. Questo mantiene l’illusione di una autonomia: il narcisista odia dover ammettere di aver bisogno in quanto la dipendenza produce rabbia. Preferisce pretendere, creare una relazione di dominio e non di scambio, caratterizzata da controllo, da sentimenti di orgoglio (io valgo più di te, mai -più- mi sottometterò), da persistenza della onnipotenza infantile, da mancanza di senso di appartenenza.

Purtroppo moltiplicare attenzioni e dimostrazioni di affetto non sortisce alcun miglioramento: gli individui con un disturbo narcisistico sono danneggiati, non sono in grado di apprezzare l’amore che ottengono, barattano l’affetto con le gratificazioni narcisistiche e non possono perdere neppure un like. Sono più sensibili all’io che al noi e sono quindi più attratti da persone attraverso le quali valorizzarsi personalmente (ad esempio un partner di cui fare sfoggio) piuttosto che da persone capaci di nutrire e far crescere la relazione (ad esempio attraverso una buona intimità emotiva).

…...a domani per la seconda parte!!…….

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