
Magnotta, Memoria Virale: All’Aquila un Evento che Racconta la Prima Influencer Story d’Italia
Dallo scherzo della lavatrice al documentario “Semplice Cliente”: la figura di Mario Magnotta torna al centro della scena culturale italiana.
Il 25 giugno 2025, la Sala ipogea dell’emiciclo ospiterà un evento unico nel suo genere: “Viralità Spontanea che Anticipa l’Era degli Influencer”, una serata culturale e multidisciplinare che celebra – e analizza con sguardo critico – l’incredibile fenomeno di Mario Magnotta, il bidello divenuto inconsapevole icona della viralità italiana a cavallo tra gli anni ’80 e il digitale.
Organizzato dall’Associazione 3:33 e curato da Mirko Rocci, l’evento unisce rigore accademico, testimonianze dirette ed emozione popolare per raccontare la parabola di un uomo comune divenuto cult grazie a un famoso scherzo telefonico registrato su musicassette e circolato viralmente ben prima dell’era di Internet.
> «Mi iscrivo ai terroristi!» – la frase, divenuta leggendaria nel celebre scherzo della lavatrice, riecheggia ancora oggi come simbolo di un’Italia ingenua, comica e profondamente autentica.
L’iniziativa si sviluppa in un ricco panel multidisciplinare con ospiti come gli autori dello scherzo, la figlia di Magnotta, esperti di psicologia e data science, e persino influencer contemporanei come Zio Command, per confrontare la viralità di ieri e di oggi. Modererà il giornalista Alberto Orsini, con la partecipazione istituzionale del Sindaco dell’Aquila, dell’Assessore alla Cultura della Regione Abruzzo e del Direttore della Casa delle Tecnologie Emergenti.
Un’analisi puntuale della diffusione del fenomeno sarà accompagnata da materiali d’archivio, visualizzazioni dati, interazioni col pubblico e un finale conviviale tra aperitivo e cena presso locali simbolici della città.
L’evento verrà documentato e incluso nel film “Semplice Cliente”, diretto da Alessio De Leonardis, offrendo così alla memoria collettiva un’opera che è insieme studio, tributo e racconto corale.
Con questo appuntamento L’Aquila si conferma laboratorio culturale vivace, capace di trasformare un fenomeno virale in una narrazione identitaria che mescola ironia, umanità e riflessione contemporanea.